In una lettera di addio, egli menziona le accuse da parte dei giornalisti, ma non ha lasciato ammissioni di colpa, secondo quanto ha detto la magistratura di Darmstadt al quotidiano tedesco Frankfurte Rundschau che oggi pubblica la notizia.°
Tausch, in una presa di posizione pubblicata dalla Fr. Rundschau il giorno immediatamente prima del suo suicidio, aveva accusato la stampa italiana di avergli aizzato contro la gente di Langen, il posto dove abitava da tempo. Raccontava di essersi sentito respinto dai cittadini italiani che abitano a Langen, di avere subito un vero e proprio mobbing, addirittura di avere udito oggetti lanciati contro le serrande della sua abitazione. All'inizio di questa settimana gli sarebbero corsi dietro due ragazzini per dirgli: "Gioisci per venerdì prossimo" (il 26 settembre, anniversario dell'eccidio del 1944 Ndr).
Tausch era nato il 9 ottobre 1922 a Olomuc, nella Repubblica ceca. Dopo la guerra era stato condannato da un tribunale popolare ceco a Brno a 20 anni di carcere per collaborazionismo. Rilasciato nel 1954 dopo sette anni di lavoro forzato in una miniera di Ostrava, nel 1955 era emigrato in Germania, dove aveva conosciuto la futura moglie (morta da qualche anno) e dove aveva lavorato anche per tre anni come agente della polizia criminale, a Ludwigshafen am Rhein. In seguito Tausch andò a abitare a Langen, nei dintorni di Francoforte sul Meno. Diventato programmatore, aveva lavorato per anni come istruttore per addetti al trattamento dei dati di imprese tedesche e straniere. Al giornale aveva raccontato di parlare, oltre al tedesco, anche ceco, italiano e inglese.
Nel 1963 aveva deposto per rogatoria al processo contro l'ex tenente delle SS Josef Feuchtinge a Vienna. Al Rundschau aveva detto anche di essere andato 16 volte nell'Italia del dopoguerra, dove in albergo si era sempre registrato con il suo vero nome, spiegando che tornava volentieri nei luoghi della sua attività militare durante la guerra, anche a Bassano del Grappa, per "confrontarsi con il suo passato".
Alle domande sulle accuse rivolte contro di lui da un giornalista italiano, Tausch aveva risposto dando l'impressione di essere "calmo e preparato", così il Rundschau; raccontando di buona volontà le sue esperienze di guerra: da marconista a interprete per i nazisti in lotta contro i partigiani, dopo un tentativo di diserzione. Aveva inoltre documentando le sue affermazioni con innumerevoli documenti da lui raccolti negli anni, per dimostrare la sua innocenza. L'intervista serviva a Tausch per spiegare finalmente la sua versione dei fatti.
Questo desiderio era stato anche il motivo per cui si era auto-denunciato alla magistratura, contestando ogni responsabilità per i crimini commessi a Bassano del Grappa nel 1944 dal Kommando Andorfer, dal nome dal tenente delle SS Herbert Andorfer a cui faceva capo. Quest'ultimo sarebbe morto in Austria a 96 anni, tra la fine del 2007 e i primi di quest'anno.
La magistratura di Darmstadt, alla quale è stata assegnata l'inchiesta dopo la denuncia di Tausch, ha detto alla Rundschau che con la morte del possibile imputato, l'inchiesta dovrebbe ora essere chiusa.