I profili di una giornalista e di una disegnatrice della rivista sono stati brevemente disattivati: «Allucinante».
PARIGI - Gli account Instagram di due collaboratrici di Charlie Hebdo sono stati brevemente disattivati tra sabato e domenica dopo che le due donne hanno condiviso l'immagine dell'ultima prima pagina del giornale satirico, che in occasione del processo per la strage del gennaio 2015 ha riproposto le vignette sul profeta Maometto che hanno suscitato tante polemiche. I loro profili, denunciano, sarebbero stati bloccati in seguito a una raffica di segnalazioni da parte degli utenti.
«L'ultima foto che avevo postato era la prima pagina di Charlie Hebdo», scriveva sabato la giornalista Laure Daussy su Twitter condividendo il messaggio di avviso di Instagram. «Si tratta quindi probabilmente di un hackeraggio o di una segnalazione di massa, nuova forma di censura. Allucinante», denunciava. Sempre via Twitter, domenica mattina la disegnatrice Corinne "Coco" Rey faceva sapere che la stessa cosa era capitata a lei.
Come riporta Le Figaro, i profili delle due collaboratrici della rivista risultavano ancora disattivati questa mattina alle 11 mentre erano tornati consultabili alle 13. «Il mio account era stato disattivato dai robot di Instagram in seguito a una campagna di segnalazioni di massa da parte di quelli che volevano censurare la prima di Charlie Hebdo», fa sapere Laure Daussy sul social stesso condividendo apposta nuovamente l'immagine della copertina. «Instagram ha accettato di riattivare subito il mio account e quello di Corinne Rey - ha aggiunto -. Resta il problema di queste campagne di segnalazione non appena un contenuto è considerato come "offensivo", che possono portare a questo tipo di censure assurde e automatiche».
Benché fosse stato stampato in 200mila copie, il triplo del normale, il numero di Charlie Hebdo con le vignette di Maometto riproposte in copertina per il processo è andato subito esaurito e ha dovuto essere ristampato. «Ciò mostra che siamo sostenuti, che la libertà d'espressione, la laicità e il diritto alla blasfemia non sono valori obsoleti e sono sostenuti dai francesi che hanno deciso di comprare questo numero», ha dichiarato all'AFP il disegnatore Juin.