La Cina e l'Unione europea, insieme, sono responsabili del 33% delle emissioni globali di gas serra
PECHINO/BERLINO - Se la Cina dovesse raggiungere l'obiettivo annunciato di arrivare alla 'carbon neutrality' prima del 2060, ridurrebbe le proiezioni sul riscaldamento globale di circa 0,2-0,3 gradi centigradi. È quanto emerge da un recente studio tedesco.
Secondo il Climate Action Tracker (Cat), un istituto di ricerca sulle scienze e le politiche climatiche senza scopo di lucro con sede a Berlino, l'annuncio del presidente cinese Xi Jinping all'Assemblea generale delle Nazioni Unite della scorsa settimana «rappresenta una vera pietra miliare nella politica climatica internazionale».
La flessione delle proiezioni sul riscaldamento globale di circa 0,2-0,3 gradi costituisce la maggiore riduzione singola mai stimata dall'istituto tedesco. Data la piena attuazione degli impegni e degli obiettivi dell'accordo di Parigi, in precedenza il Climate Action Tracker aveva stimato un aumento delle temperature globali di 2,7 gradi entro il 2100.
L'annuncio cinese, secondo l'istituto tedesco, dovrebbe ridurre l'aumento stimato del riscaldamento globale a circa 2,4-2,5 gradi Celsius, avvicinandolo al limite massimo dei +1,5 gradi previsto dall'accordo di Parigi. «È l'annuncio di politica climatica globale più importante da almeno cinque anni a questa parte», secondo Niklas Hohne del NewClimate Institute, una delle due organizzazioni partner del Climate Action Tracker. Le dichiarazioni di Xi, ha spiegato ieri Hohne a Xinhua, sono state «accolte con favore da molti osservatori internazionali della politica climatica».
La scorsa settimana, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, aveva annunciato un più ambizioso obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra nell'Ue, che si impegna a diminuirle entro il 2030 del 55% rispetto ai livelli del 1990. L'obiettivo attuale è una riduzione del 40%.
«Se la Cina e l'Ue - che insieme sono responsabili del 33% delle emissioni globali di gas serra - dovessero entrambe presentare ufficialmente questi nuovi obiettivi all'accordo di Parigi, ciò darebbe il tanto necessario slancio positivo per soddisfare le esigenze del resto del mondo e del clima globale», sottolinea Bill Hare, direttore di Climate Analytics.