Misura 33 metri di lunghezza, 16 di larghezza e cinque di profondità. Per crearla ci sono voluti 11 mesi e 20 operai
SAN PAOLO - Una enorme vulva di cemento armato e resina rossa che spunta dal terreno. È la provocatoria opera dell'artista brasiliana Juliana Notari contro il «maschilismo e la cultura fallocentrica della società occidentale». Appena postato foto dell'opera, intitolata "Diva", sui propri profili social, l'artista è stata inondata di critiche e insulti sessisti.
«Questi attacchi dimostrano il maschilismo, i pregiudizi e la misoginia presenti nella società occidentale. Un patriarcato millenario. Quando si espone un simbolo femminile, la vulva, immagine che va oltre il sesso per arrivare ad una dimensione sacra, si genera paura e fascino», ha dichiarato l'artista.
"Diva" è stata scolpita nel parco di Land Art "Usina de Arte" di Agua Preta, nello stato del Nordest brasiliano di Pernambuco, con l'intento - secondo l'artista - «di permettere all'arte di dialogare su questioni di genere, a partire da una prospettiva femminile».
L'opera, realizzata a mano e senza escavatrice in 11 mesi dall'artista e da 20 operai, misura 33 metri di lunghezza, 16 di larghezza e cinque di profondità.
L'artista ha pubblicato anche alcune foto scattate durante la lavorazione, che le hanno attirato ulteriori critiche e insulti, in quanto gli operai erano tutti afro-brasiliani.
«Mi piaceva esteticamente l'idea di una donna bianca e ricca in mezzo ad uomini neri che lavorano. La questione dei lavoratori neri, che sono la maggioranza nel settore delle costruzioni, rappresenta la cultura patriarcale e schiavista del nostro Paese», ha scritto sul suo profilo Twitter Juliana Notari, 45 anni.