Il dossier noto come "L'Affaire du siècle" è giunto tra le mani del tribunale amministrativo
PARIGI - A due anni dall'inizio della procedura sbarca dinanzi al tribunale amministrativo di Parigi la denuncia contro lo Stato francese per inazione rispetto ai cambiamenti climatici.
Un dossier che nell'Esagono è stato ribattezzato "L'Affaire du siècle", "Il caso del secolo", lanciato da quattro associazioni attive nella difesa dell'ambiente - Notre affaire à tous, Greenpeace France, Fondation Nicolas Hulot e Oxfam France - e sostenuta da 2,3 milioni di firmatari in una petizione lanciata on line.
Per evidenziare questo sostegno senza precedenti, un poster gigante è stato sistemato questa mattina lungo la Senna con la scritta: "Siamo 2,3 milioni".
«Se l'Affaire du siècle vincerà la sua battaglia, sarà una decisione storica per la giustizia climatica in Francia. Il mondo politico verrebbe posto dinanzi alle sue contraddizioni ecologiche: molti discorsi e pochissimi atti», sottolinea la coordinatrice di Notre affaire à tous, Cécilia Rinaudo, citata dall'agenzia France Presse (Afp).
Per Cécile Duflot, direttrice generale di Oxfam Francia, «la condanna di uno Stato per inazione climatica sarebbe storica, non solo in Francia».
Da parte sua, l'attuale amministrazione del presidente Emmanuel Macron respinge le accuse. Parigi assicura al contrario di aver «rafforzato gli obiettivi» per la riduzione dei gas a effetto serra, nel quadro della legge "énergie-climat" (energia-clima) 2019, con lo scopo di arrivare alla neutralità nelle emissioni di CO2 entro il 2050 o a un taglio del 40% di energie fossili entro il 2030.
Tuttavia, lo scorso novembre, il Consiglio di Stato, in una sentenza ritenuta "storica" dagli ecologisti, ha osservato a sua volta che la Francia ha mancato gli obiettivi che si era impegnata a conseguire.