L'oppositore politico russo al giudice: «Impazzirebbe in una settimana».
VLADIMIR - L'oppositore politico russo Alexei Navalny ha chiesto che le guardie del carcere in cui è imprigionato la smettano di svegliarlo ogni ora perché considerato a rischio evasione. La pratica, ha sostenuto, «equivale di fatto a tortura».
«Voglio solo che la smettano di venire da me a svegliarmi di notte», ha dichiarato lunedì in tribunale il 44enne come riferisce Dozhd TV, citata dall'Associated Press. «Che cosa ho fatto? Mi sono arrampicato sulle recinzioni? Ho scavato un tunnel? O ho puntato una pistola a qualcuno? - ha continuato -. Spiegatemi semplicemente perché sono stato classificato a rischio fuga!».
Navalny parlava in collegamento video dal carcere di Vladimir, 190 km a est di Mosca, dove è detenuto. L'oppositore ha denunciato che il trattamento riservatogli dai secondini «equivale di fatto a tortura»: «Impazzirebbe in una settimana», ha detto al giudice.
L'udienza è stata aggiornata a mercoledì.
Navalny è stato arrestato in gennaio dopo il suo ritorno in Russia dalla Germania, dove era stato curato per un sospetto avvelenamento in patria. È in carcere per violazione dei termini della libertà condizionale di una sentenza del 2014 per appropriazione indebita. Deve scontare due anni e mezzo di reclusione.