Non c'è fretta, a meno che non si parli di persone con il sistema immunitario gravemente indebolito
AMSTERDAM - Sulla base delle prove attuali, «non è urgente la somministrazione di dosi di richiamo di vaccini a individui completamente vaccinati nella popolazione generale». È il parere congiunto dell'Agenzia europea per i medicinali (EMA) e del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), basato su un rapporto tecnico di quest'ultimo pubblicato ieri.
Il rapporto rileva che la terza dose (o booster) dovrebbe essere presa in considerazione «per le persone con un sistema immunitario gravemente indebolito come parte della loro vaccinazione primaria». Alcuni studi riportano che una dose aggiuntiva di vaccino può migliorare la risposta immunitaria in individui come i riceventi di trapianto di organi, le cui risposte iniziali alla vaccinazione erano basse. «In tali casi, l'opzione di somministrare una dose aggiuntiva dovrebbe essere presa in considerazione già ora» spiegano le autorità sanitarie. Ma non solo: «Si potrebbe anche prendere in considerazione la possibilità di fornire una dose aggiuntiva, come misura precauzionale, agli anziani fragili, in particolare quelli che vivono in ambienti chiusi come i residenti delle strutture di assistenza a lungo termine».
Protezione sufficiente (e questione di priorità) - Il presupposto da cui partono EMA e ECDC è che, prove alla mano, i vaccini autorizzati in Europa danno una sufficiente protezione contro il ricovero, i casi gravi e il decesso per Covid-19. Bisogna poi tenere in conto che circa un adulto su tre nell'Unione europea e nello Spazio economico europeo non è ancora completamente vaccinato. «In questa situazione, la priorità ora dovrebbe essere quella di vaccinare tutti gli individui idonei che non hanno ancora completato il ciclo di vaccinazione raccomandato».
L'EMA sta attualmente valutando i dati sulle dosi aggiuntive e valuterà se gli aggiornamenti alle informazioni sul prodotto siano appropriati. Ciò non esclude che, in questa fase, gli Stati membri possano prendere in considerazione piani preparatori per la somministrazione di richiami e dosi aggiuntive. «Sono necessari dati più solidi per informare le future politiche sulle dosi di richiamo» ha riferito l'ECDC.
Gli Stati dovrebbero prepararsi - Il Centro aggiornerà la sua relazione tecnica man mano che verranno raccolti e valutati i dati disponibili. «Dovrebbe essere continuato lo stretto monitoraggio dei dati sull'efficacia del vaccino e delle infezioni rivoluzionarie, in particolare tra i gruppi vulnerabili a rischio di COVID-19 grave e tra coloro che vivono in ambienti chiusi. Nel frattempo, gli Stati membri devono prepararsi a eventuali adattamenti dei loro programmi di vaccinazione qualora si notasse una diminuzione sostanziale dell'efficacia del vaccino in uno o più gruppi di popolazione».
Infine, la vaccinazione dovrebbe essere integrata - specialmente in contesti ad alto rischio - da «interventi non farmaceutici», ovvero: il distanziamento fisico, l'uso delle mascherine e l'igiene delle mani e delle vie respiratorie.