Per la Corte Costituzionale l'interruzione volontaria della gravidanza deve essere garantita fino alla 24esima settimana
BOGOTÀ - Lacrime di gioia, sorrisi e una grande stanchezza negli occhi. Le donne colombiane detengono da oggi il diritto di abortire fino alla 24esima settimana di gestazione. Il loro è stato un percorso lungo e con numerosi ostacoli, e ora sono un modello per tutto il Sudamerica.
«La Corte Costituzionale riconosce che l'interruzione volontaria della gravidanza è un diritto strettamente legato al diritto alla vita, alla salute, all'integrità, all'autodeterminazione, alla privacy e alla dignità delle donne». Così il ministro della salute della Colombia comunica la decisione votata ieri con cinque voti favorevoli contro quattro contrari.
Da oggi è entrato in vigore un nuovo termine di tempo che depenalizza parzialmente l'aborto nella nazione di Bogotà. Le donne potranno abortire fino alla 24esima settimana e non incorreranno quindi più in una pena detentiva che poteva durare da 16 a 54 mesi. Fino a ieri, secondo une legge del 2006, gli unici motivi che permettevano a una donna di abortire erano una grave malformazione del feto, un rischio per la salute fisica o mentale della madre (dietro certificazione medica), essere stata vittima di un abuso sessuale o di essere rimasta incinta in modo incestuoso.
La richiesta alla Corte costituzionale era stata inviata un anno e mezzo fa dal movimento femminista Just Cause che, seppur oggi festeggia la depenalizzazione parziale, promette di continuare a insistere, riporta ElPais, «finché questo crimine, che è ingiusto, inefficace e controproducente, non esisterà più».
A partire dalla 24esima settimana, a meno che non siano soddisfatte le quattro eccezioni legiferate 16 anni fa, abortire sarà comunque un reato punibile secondo le medesime modalità finora applicate. La Colombia è il primo stato del Sudamerica a garantire un diritto così ampio alle donne in fatto di aborto e vuole essere un modello per tutte le nazioni del continente.