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ISOLE SALOMONECina e Isole Salomone hanno siglato il controverso patto sulla sicurezza

31.03.22 - 10:50
«Secondo le proprie esigenze e con il consenso delle Salomone», Pechino potrà effettuare visite navali nell'arcipelago
keystone-sda.ch (Parker Song)
Fonte ats ans
Cina e Isole Salomone hanno siglato il controverso patto sulla sicurezza
«Secondo le proprie esigenze e con il consenso delle Salomone», Pechino potrà effettuare visite navali nell'arcipelago
Inoltre, Honiara potrà chiedere il dispiegamento di forze di sicurezza cinesi per mantenere «l'ordine sociale»

HONIARA - Le Isole Salomone hanno annunciato di aver siglato un patto di sicurezza ad ampio raggio con Pechino, in un accordo che gli alleati occidentali temono possa spianare la strada alla prima base militare cinese nel Pacifico meridionale.

«I funzionari delle Isole Salomone e della Repubblica popolare cinese hanno siglato un quadro di cooperazione per la sicurezza bilaterale tra i due Paesi», si legge in una nota dell'Ufficio del primo ministro a Honiara, quando il testo dovrà essere sottoposto alla firma dei rispettivi ministri degli Esteri.

Una bozza dell'accordo, trapelata la scorsa settimana, ha descritto nel dettaglio le misure sulla sicurezza cinese e il dispiegamento navale nell'arcipelago del Pacifico: ad esempio, Pechino, «secondo le proprie esigenze e con il consenso delle Isole Salomone, può effettuare visite navali, rifornimenti logistici e fare scalo e transizione nelle Isole Salomone». L'intesa consentirebbe alla forze di polizia cinese di dispiegarsi su richiesta di Honiara per «l'ordine sociale», autorizzandole a proteggere «la sicurezza del personale cinese» e i «grandi progetti» nelle isole.

Usa e Australia sono da tempo preoccupati per l'ipotesi che la Cina costruisca una base navale nel Pacifico meridionale, consentendo alla sua marina di spingersi ben oltre i suoi confini, costringendo probabilmente Canberra e Washington a cambiare la loro posizione militare nella regione.

Martedì, il premier delle Isole Salomone Manasseh Sogavare ha respinto le critiche all'accordo, affermando che «non c'era alcuna intenzione di chiedere alla Cina di costruire una base militare» nell'arcipelago, aggiungendo di ritenere «molto offensivo di essere stato bollato come inadatto a gestire gli affari sovrani» da altre nazioni.

Lo sviluppo odierno «si aggiunge a una linea che la Cina sta intraprendendo» da tempo, ha detto oggi il ministro della Difesa australiano, Peter Dutton, citando «l'aggressione che stiamo vedendo nel Mar Cinese Meridionale con la presenza militare in 20 punti diversi, le attività nel Mar Cinese Orientale contro il Giappone... sono tutti sviluppi profondamente preoccupanti».

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