Una lettera del commissario Ue per i Diritti Umani indirizzata al ministro dell'Interno italiano riaccende la questione salvataggi in mare.
ROMA - Il decreto sulle Ong sta complicando le operazioni di salvataggio delle navi umanitarie nel Mediterraneo. Le restrizioni e le multe imposte dalla legge fortemente voluta dal nuovo governo Meloni hanno costretto molte imbarcazioni a gettare l’ancora nei porti italiani. Un decreto che ha raccolto consensi in Italia ma che non è piaciuto a Bruxelles. Ieri è giunta una prima risposta formale: il commissario per i Diritti Umani del Consiglio europeo, Dunja Mijatović, ha inviato una lettera al ministro dell’Interno italiano Matteo Piantedosi per chiedere il ritiro o la revisione della legge tanto discussa.
A spingere il commissario ad appellarsi al governo italiano sono stati i molti paletti che il decreto impone alle navi umanitarie. Una legge che «potrebbe ostacolare le operazioni di ricerca e soccorso delle Ong e, quindi, essere in contrasto con gli obblighi dell’Italia ai sensi dei diritti umani e del diritto internazionale. Il decreto e la pratica di assegnare porti lontani per lo sbarco delle persone soccorse in mare rischiano di privare le persone in difficoltà dell’assistenza salvavita delle Ong sulla rotta migratoria più mortale del Mediterraneo», ha scritto il commissario.
La replica del governo italiano? La decisione di assegnare i porti sicuri dell'Italia centrale è «guidata dall'imprescindibile necessità di operare una più equa redistribuzione tra le regioni, non tanto dei migranti, quanto degli oneri organizzativi e logistici correlati alla gestione degli sbarchi».
«L’obiettivo perseguito - prosegue il Viminale - è quello di alleggerire le strutture di primissima accoglienza, prima tra tutte l’hotspot di Lampedusa» e «le navi cui è stato assegnato il Pos (Place of safety) in località più lontane sono assetti di grandi dimensioni, come tali idonei ad affrontare in sicurezza lunghe traversate» mentre «l’assegnazione del Pos presuppone sempre un preliminare confronto con organi tecnici al fine di verificare l’assenza di possibili situazioni di rischio per l’incolumità delle persone a bordo».