L'attrice hard passerà alla storia per aver portato un ex presidente a essere incriminato. Il tutto per aver mentito su quei 130mila dollari.
BATON ROUGE - Incriminato con oltre 30 capi d'accusa per frode aziendale e una causa penale che lo attende. Di Donald Trump sentiremo molto parlare nelle prossime settimane. A cominciare da martedì prossimo, quando dovrà presentarsi nell'ufficio del procuratore distrettuale, per la formalizzazione delle accuse a suo carico. Sarà presumibilmente scortato dalle sue guardie del corpo private, oltre a quelle a lui riservate in qualità di ex presidente. Lascerà le sue impronte digitali, farà la foto segnaletica e si dichiarerà probabilmente innocente, per essere infine rilasciato sulla parola.
E tutto per quei 130 mila dollari versati - fin qui niente d'illegale - e poi contabilizzati falsificandone la natura. È qui che iniziano i guai del tycoon, che allora (nel 2016) era in campagna elettorale per l'elezione del 2017. Sì, perché secondo l'accusa, oltre al falso, si contesta la violazione nell'utilizzo di fondi elettorali e il conseguente indiretto danno elettorale all'allora rivale Hillary Clinton.
I 130 mila dollari a Stormy Daniels - Destinataria dei dollari e alla base di tutto c'è lei, la pornostar Stormy Daniels, che altro non è se non lo pseudonimo di Stephanie Clifford, che aveva avuto in passato una relazione sessuale con «The Donald» e aveva ricevuto dal legale dell’ex presidente Usa, Michael Cohen, i 130mila dollari della discordia, per tenere la bocca cucita. Ma chi è la donna che potrebbe segnare la fine della vita politica di Trump? Quello che si sa, lo si scopre sfogliando le pagine di «Full Disclosure», la biografia dell'attrice hard.
L'infanzia - Ex aspirante giornalista - da teenager dirigeva il giornalino della scuola - la Clifford, in arte Stormy Daniels, nata a Baton Rouge in Louisiana, ha avuto tante passioni, come la danza e l'equitazione, nonostante un'infanzia difficile: abusi subiti da quando aveva 9 anni, mamma divorziata da quando ne aveva 3 e poche possibilità economiche, tanto da raccontare di dover restare in casa a volte senza corrente elettrica.
Ma a 17 anni Stephanie scopre la sua vocazione, quella dell'hard, e lo fa accettando di salire sul palco di un locale notturno della Lousiana, per fare il suo primo striptease, che sarà un successo. Da lì parte la carriera che la vedrà protagonista di oltre 150 film hard. Nel 2009 tenta la via della politica con i repubblicani ma dalla corsa al Senato si ritira improvvisamente.
I tre matrimoni e la relazione sessuale con l'ex Presidente - Brividi anche nella vita privata per la star a luci rosse, con ben tre matrimoni in sette anni (2003-2010) con tre attori e colleghi. Dall'ultimo dei quali ha una figlia (2011). Gli incontri amorosi che la portano sotto i riflettori a livello planetario, sono invece da collocarsi nel 2016, con Trump già sposato con la bellissima e futura first lady, Melania.
Tutto ebbe inizio con «un invito a cena nella suite privata del suo hotel, dopo un torneo di golf - ricorda l'attrice in una intervista televisiva - Mi ricevette con un pigiama di seta nera. L'ho sculacciato con una rivista con lui in copertina, eravamo sobri e lui ne rimase scioccato». E ancora, «quando sono tornata dal bagno lui era in mutande sul letto, non me l'aspettavo». Gli incontri si susseguirono, con il magnate newyorchese a cercarla al telefono, soprannominandola Honeybunch, fino a che lei però decide di non rispondere più. Quanto ai particolari degli incontri tra i due, la donna li ricorda come incontri di «sesso tra i meno impressionanti che avessi mai fatto».
Ha poi inizio la storia ora diventata giudiziaria e che presto sarà anche processuale. «Voglio dimostrare di non essere una bugiarda», ripete ai media. Nel 2018, Stormy rivela di essere stata minacciata di non rendere nota l'avventura clandestina. Nello stesso anno il legale del tycoon, Michael Cohen, viene ritenuto colpevole (3 anni di carcere) di aver comprato, durante la compagna per le elezioni presidenziali, il silenzio di due donne. Daniels inclusa.
Sarà Trump la prossima "vittima"?