Intanto l'ex presidente ha silurato la sua squadra di avvocati: «Due nuovi studi mi affiancheranno durante questa caccia alle streghe».
WASHINGTON - Nel giorno in cui è stato accusato di dichiarazioni false, cospirazione e ostacolo alla giustizia (37 i capi d'imputazione in totale) Donald Trump ha deciso di cambiare il proprio team legale. In un annuncio sul suo social media Truth il tycoon ha annunciato che non sarà più rappresentato da Jim Trusty e John Rowley ma da due studi, il Todd Blanche Esq, e un altro di cui farà il nome nei prossimi giorni. «Devo affrontare la più grande caccia alle streghe di tutti i tempi», ha attaccato l'ex presidente. «Voglio ringraziare Jim Trusty e John Rowley per il loro lavoro, ma si sono scontrati con persone disoneste, corrotte, malvagie», come «non si era mai visto prima», ha aggiunto Trump. In una dichiarazione congiunta, i due legali hanno invece affermato di aver presentato le dimissioni e che non rappresenteranno più il tycoon nemmeno nell'indagine sulla rivolta del 6 gennaio.
Incriminato
Nella giornata di oggi, ricordiamo, Trump ha rivelato al mondo di essere stato incriminato per aver portato file classificati dalla Casa Bianca alla sua residenza privata di Mar-a-Lago. Si tratta della seconda incriminazione in pochi mesi dopo quella nell'inchiesta sui pagamenti a Stormy Daniels e, in attesa della decisione sulla Georgia, la più grave, quella che potrebbe portare Trump a raggiungere un altro primato storico: essere il primo ex inquilino della Casa Bianca mandato in galera.
La notizia dell'incriminazione è stata comunicata a sorpresa giovedì sera dallo stesso tycoon che, in un post su Truth, ha annunciato di essere stato convocato martedì prossimo in tribunale a Miami. «Questo è un giorno buio per l'America. Siamo un Paese in serio e rapido declino», ha attaccato Trump chiuso nel suo bunker di Bedminster.
49 pagine di accuse
Le accuse contro Donald Trump sono contenute in 49 pagine, nelle quali l'ex presidente è accusato di dichiarazioni false, cospirazione e ostacolo alla giustizia. È quanto emerge dai documenti depositati dal procuratore speciale Jack Smith. In una delle accuse viene rimproverato all'ex presidente di aver conservato segreti nucleari all'uscita dalla Casa Bianca. Fra le carte top secret sequestrate dall'Fbi a Mar-a-lago c'erano anche i dettagli sulle capacità nucleari di paesi stranieri. E in base ai documenti, i capi d'imputazione sono 37. Donald Trump è tra l'altro accusato di aver fornito dettagli su un «piano di attacco» del Pentagono e aver condiviso mappe segrete sull'operazione militare. «Trump ha mostrato e descritto un "piano di attacco" che ha detto era stato preparato per lui dal Dipartimento della Difesa. Trump ha detto» alle persone che erano con lui a Bedminster, New Jersey, nel luglio del 2021, che il «piano era confidenziale e segreto».
Oltre 100 documenti classificati a Mar-a-Lago
Nel suo blitz dell'8 agosto 2022 l'Fbi nel resort di Donald Trump a Mar-a-Lago ha sequestrato oltre 100 documenti classificati. Lo riporta l'accusa presentata dal procuratore speciale Jack Smith.
In particolare, 27 file dall'ufficio dell'ex presidente. Di questi, sei erano stati contrassegnati come «top secret», 18 come «segreti» e tre «riservati». Dal magazzino del resort, invece, gli agenti hanno prelevato 75 documenti, di cui 11 «top secret», 36 «segreti» e 28 «riservati».
Tutte le inchieste dell'ex presidente
Di seguito le altre principali inchieste con le quali Trump deve ancora fare i conti.
* LE INCHIESTE SUL 6 GENNAIO - La commissione di indagine sull'assalto al Congresso americano ha concluso che Trump e i suoi hanno partecipato a un piano per capovolgere le elezioni del 2020. Il procuratore speciale Jack Smith sta conducendo la sua inchiesta sui presunti tentativi dell'ex presidente di capovolgere l'esito del voto.
* LA GEORGIA INDAGA SULLE INTERFERENZE SUL VOTO - Un gran giurì speciale ha da poco concluso le inchieste sulle possibili interferenze di Trump e dei suoi alleati alle elezioni del 2020. Il rapporto finale del gran giurì è ancora riservato, ma secondo indiscrezioni sono state raccomandate incriminazioni nei confronti di almeno dieci persone. Il rapporto potrebbe essere reso noto in agosto e, al momento, rappresenta la maggiore minaccia politica per Trump, il presidente 'Teflon' che inizia a vacillare sotto il peso delle molteplici indagini.
* L'INCHIESTA CIVILE SUGLI ASSET GONFIATI - Le autorità di New York accusano l'ex presidente americano di aver mentito a banche e assicurazioni gonfiando il valore dei suoi asset di miliardi di dollari, chiedendo indennizzi per 250 milioni di dollari. E puntano a vietare ai Trump - l'ex presidente e i tre figli Donald Jr, Eric e Ivanka - la guida di qualsiasi azienda a New York.
Chi è il procuratore "nemico" di Trump? - Classe 1959, avido triatleta e laurea a Harvard. Duro e inflessibile, Jack Smith è il procuratore che ha inchiodato Donald Trump. È stato chiamato lo scorso novembre dal ministro della Giustizia Merrick Garland a occuparsi delle indagini sull'ex presidente, dalle carte segrete a Mar-a-Lago al 6 gennaio.
Una nomina che ha accettato lasciando l'incarico di procuratore capo della Corte penale internazionale dell'Aja, dove dalla metà del 2017 ha indagato sui crimini di guerra in Kosovo.
Dal suo rientro negli Stati Uniti, circondato da uno staff personalmente selezionato, ha lavorato senza sosta sui dossier Trump con l'obiettivo di mantenere la sua promessa iniziale, ovvero muoversi velocemente. E così in qualche mese è arrivato all'incriminazione dell'ex presidente - il primo ad affrontare accuse federali - da parte di un gran giurì in Florida.
Il Sunshine State non è stata una scelta casuale per il procuratore: la corte di Miami elimina infatti il rischio di una battaglia politica pur esponendo Smith e il suo staff a maggiori pericoli, come dimostra l'assegnazione del giudice Aileen Cannon - nominata da Trump - a seguire il caso.
Se da un lato la scelta di Miami spunta le armi dei legali di Trump - togliendo loro la possibilità di rallentare il procedimento con una disputa su dove le accuse dovevano essere depositate -, dall'altro infatti penalizza l'accusa perché l'ex presidente in Florida è molto popolare e una giuria nello Stato si mostrerà probabilmente più scettica rispetto a una giuria della liberal Washington, dove Trump ha incassato solo il 5% dei voti nel 2020.
Nato a New York il 5 giugno 1969, Smith ha lavorato per anni all'ufficio del procuratore distrettuale di Manhattan per poi approdare al dipartimento di Giustizia alla guida della divisione incaricata di indagare politici e figure pubbliche accusate di corruzione.
Podista e ciclista, Smith dal 2002 ha iniziato a competere nei triathlon e finora ne ha portati a termine 100, inclusi nove Iron Man. Un esercizio fisico che gli è costato non pochi mesi di stop a causa di vari incidenti, anche una brutta frattura al bacino. Fra gli ultimi quello alla gamba, che lo ha costretto a rientrare con qualche settimana di ritardo negli Stati Uniti dopo la nomina a procuratore speciale per Trump.