L'accaduto aveva generato un incidente diplomatico. Ora le parti discutono
MANILA - Le Filippine hanno convocato oggi l'ambasciatore cinese per una protesta formale all'indomani delle due collisioni tra navi di Manila e Pechino nelle acque contese del mar Cinese meridionale intorno alla Seconda secca di Thomas.
«Stiamo sfruttando appieno tutti i processi diplomatici a nostra disposizione, inclusa la convocazione dell'ambasciatore cinese, cosa che abbiamo fatto questa mattina», ha detto la portavoce del ministero degli Esteri Teresita Daza, secondo i media locali.
Le parti si sono lanciate accuse incrociate su azioni «provocatorie, irresponsabili, e illegali» che rischiano di consolidare un'impennata delle tensioni.
In risposta alla convocazione del suo ambasciatore da parte del ministero degli Esteri filippino, un diplomatico cinese ha incontrato un funzionario di Manila e «ha presentato solenni dichiarazioni sull'ingresso improprio delle navi filippine nell'area del Ren'ai Reef (il nome in mandarino di Seconda secca di Thomas, ndr), esprimendo forte insoddisfazione e risoluta opposizione all'invasione», ha riferito la rappresentanza diplomatica di Pechino.
Pericolosa escalation - L'unità di Manila era impegnata nel rifornimento di un avamposto gestito dal 1999 dai suoi marines ad Ayungin Shoal, nome filippino della Seconda secca di Thomas. Durante la stessa missione, una nave della milizia marittima cinese si è scontrata con una della guardia costiera filippina, ha detto la Task force di Manila. Non sono state riportate vittime o danni significativi nell'incidente, ma l'episodio è l'ultimo di una pericolosa escalation.
Il Dipartimento di Stato americano ha rilasciato una dichiarazione dai toni forti, accusando la guardia costiera cinese di «aver condotto manovre pericolose» e di aver «violato il diritto internazionale interferendo intenzionalmente con l'esercizio della libertà di navigazione in alto mare delle navi filippine». Gli ultimi attriti, con gli Usa impegnati sui conflitti di Ucraina e Israele, sono maturati in un momento di crescente incertezza sul ruolo della difesa americana in Asia, alimentando preoccupazioni fra gli alleati dell'area tra cui Filippine, Corea del Sud e Giappone.
Secondo il Trattato di Mutua Difesa del 1951 tra Usa e Filippine, ogni Paese agirebbe «per affrontare i pericoli comuni in conformità con i suoi processi costituzionali» in caso di attacco a uno dei due alleati. Le Filippine hanno ottenuto una vittoria storica nel 2016, quando il tribunale internazionale dell'Aia si schierò a favore di Manila e contro le rivendicazioni della Cina. Sette anni dopo, Pechino ha intensificato le tensioni pubblicando una mappa che rappresenta la gran parte del mar Cinese meridionale come nella sua sovranità, alimentando l'irritazione di Paesi come Filippine, Malesia, Taiwan e Vietnam.