A causa di un'omonimia con il ministro dello Sviluppo economico, il premier Antonio Costa era stato costretto alle dimissioni
LISBONA - La notizia è stata riportata stamattina dalla Cnn Portugal ed è stata per ora confermata da almeno un altro canale televisivo nazionale, Sic: l'intercettazione telefonica che avrebbe spinto le autorità giudiziarie portoghesi ad aprire un'indagine per sospetta corruzione del primo ministro António Costa, costringendolo alle dimissioni il 7 novembre scorso, si riferirebbe in realtà non al premier, bensì al suo ministro dello Sviluppo economico, che ha un nome molto simile: António Costa Silva.
L'errore sarebbe emerso durante l'interrogatorio di sabato sera, 11 novembre, a uno degli inquisiti, Diogo Lacerda Machado, consulente e amico personale del premier. Nella telefonata intercettata, Lacerda Machado promette a un altro degli imprenditori inquisiti di poter snellire certe pratiche parlando con il ministro delle Finanze, Fernando Medina, o cercando un modo di arrivare al ministro dello Sviluppo economico, António Costa.
Di fatto si tratta di un caso di quasi omonimia, perché quest'ultimo si chiama António Costa Silva, che avrebbe poi provocato un errore di trascrizione agli atti. Secondo quanto dichiarato stamattina dall'avvocato di Lacerda Machado, l'errore è stato ammesso dallo stesso magistrato che ieri ha interrogato il suo assistito.
L'avvocato ha anche aggiunto che, stando agli atti, questo sarebbe l'unico riferimento al premier portoghese in tutta l'indagine. Alla domanda dei giornalisti che gli chiedevano se si potesse trattare di un errore intenzionale, l'avvocato ha risposto che si rifiutava di fare un processo alle intenzioni del Pubblico ministero.