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RUSSIA«Harris? La sua retorica è ostile a Mosca»

22.07.24 - 22:15
AFP
Fonte ats ans
«Harris? La sua retorica è ostile a Mosca»

MOSCA - È tutt'altro che una calda accoglienza quella che il Cremlino ha riservato a Kamala Harris come possibile candidata alla Casa Bianca. «Ci sono state alcune dichiarazioni piene di retorica piuttosto ostile nei confronti del nostro Paese», ha affermato il portavoce di Putin puntando subito il dito contro la vice presidente Usa.

«Ma fino a ora non l'abbiamo vista intraprendere alcuna azione sui nostri rapporti bilaterali, né in negativo né in positivo», ha poi però aggiunto Peskov sostenendo come Mosca «al momento» non possa «in nessun modo valutare la potenziale candidatura» di colei che potrebbe sfidare Donald Trump alle presidenziali Usa.

La Cina da parte sua ha evitato ufficialmente qualsiasi giudizio, chiudendosi in un «no comment»: le elezioni americane «sono una questione interna degli Stati Uniti», ha affermato il ministero degli Esteri di Pechino.

La Russia invece da un lato lancia un affondo contro la potenziale candidata democratica, ma dall'altro cerca di non sbilanciarsi troppo (pur lasciando intuire di non nutrire particolari simpatie per Kamala Harris). Peskov ha affermato che al Cremlino monitorano «molto attentamente» la situazione negli Stati Uniti e ritengono «molto importante» il futuro delle relazioni russo-americane, che secondo lui starebbero «attraversando il periodo peggiore della storia».

Ma allo stesso tempo ha dichiarato che le presidenziali Usa «non possono essere una priorità» per la Russia e che «la cosa più importante» per Mosca «è ovviamente l'operazione militare speciale» in Ucraina ordinata da Putin.

Eppure potrebbe essere proprio questo il punto cruciale su cui si basa il giudizio che il Cremlino dà di Kamala Harris. Se l'attuale presidente americano Joe Biden è considerato uno strenuo sostenitore dell'Ucraina invasa dalle truppe russe, lo è sicuramente anche la sua vice, che parlando dell'offensiva dei soldati del Cremlino ha denunciato «atrocità orrende» e azioni «disumane».

Kamala Harris ha inoltre accusato il governo di Mosca per la deriva autoritaria in atto in Russia e ha definito «un ulteriore segno della brutalità di Putin» la morte in carcere del rivale numero uno del governo di Mosca, Alexey Navalny, avvenuta in circostanze poco chiare ma dietro la quale si allunga l'ombra del Cremlino.

Donald Trump ha promesso invece di «portare la pace». Diversi osservatori occidentali ritengono invece che un'eventuale vittoria del tycoon alle presidenziali Usa di novembre possa di fatto far traballare l'appoggio americano all'esercito ucraino.

Nei mesi scorsi, Putin ha detto di preferire Biden a Trump perché «più esperto» e «più prevedibile». Nonostante queste parole però, negli ultimi due anni mezzo, cioè dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina, le tensioni tra Russia e Stati Uniti non sono che aumentate. «Sotto Trump non è stato fatto nulla di particolarmente buono per la Russia, al contrario, sono state introdotte sempre più restrizioni. Ma nonostante ciò c'era un dialogo», ha detto il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, appena una settimana fa.

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