Lunedì incontro alla Casa Bianca con il principale partner per le deportazioni di migranti irregolari.
WASHINGTON - Lunedì il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ospitato alla Casa Bianca Nayib Bukele, il suo omologo di El Salvador e partner strategico nel programma di deportazioni di massa d'immigrati irregolari.
A detta di Trump Bukele sta facendo «un lavoro fantastico» nel reprimere le gang criminali del suo paese e nel collaborare con gli Usa in questo programma. «Intendiamo mandare in Salvador più persone possibile che sono qui illegalmente», ha ammesso il presidente americano a margine dell'incontro.
Dal mese di marzo El Salvador ha accolto più di 250 immigrati venezuelani, accusati dall'amministrazione statunitense di crimini violenti e di essere parte di un'organizzazione criminale. Non sono mancate le polemiche, soprattutto in merito al caso di un uomo del Maryland - che è stato ingiustamente trasferito nella piccola nazione centroamericana e non ha potuto ancora fare ritorno in patria, nonostante un ordine della Corte Suprema statunitense.
Il programma di trasferimenti tra Stati Uniti ed El Salvador si basa su un accordo economico: il governo Bukele riceverà 6 milioni di dollari per trattenere i migranti venezuelani nel famigerato Terrorism Confinement Centre (CECOT), il più grande centro di detenzione delle Americhe. Una struttura che può ospitare fino a 40mila prigionieri e nella quale Trump potrebbe voler mandare un ulteriore contingente di migranti irregolari. 137 dei deportati, presunti appartenenti alle bande venezuelane, sono stati trasferiti nel CECOT in base all'Alien Enemies Act, una legge del 1798 raramente utilizzata se non in tempo di guerra.
La reputazione del CECOT è tremenda: il maxi-carcere è sovraffollato e le condizioni di detenzione e sicurezza dei reclusi sono pessime. Aperto nel 2023, in una zona rurale a circa un'ora d'auto dalla capitale San Salvador, il penitenziario ha raccolto circa 18mila salvadoregni precedentemente detenuti in altre carceri del paese. Il tutto rientra nei provvedimenti presi dal marzo 2022 nell'ambito dello stato di emergenza dichiarato da Bukele per contrastare le gang criminali.
Il pugno duro delle autorità ha portato a un crollo verticale del numero degli omicidi e all'aumento della popolarità del presidente. Ma non è tutto oro quello che luccica: «Le persone deportate a El Salvador per essere confinate nel CECOT vengono inviate in un sistema carcerario del terrore dove sono trattenute in assoluto isolamento e non è loro consentito esercitare il diritto alla difesa», ha affermato David Morales, avvocato di un gruppo che difende i diritti in America Centrale, a Context della Thomson Reuters Foundation. Nel CECOT sono in atto «condizioni di tortura in base alle quali centinaia di salvadoregni sono morti sotto il regime», ha aggiunto Morales.