L'edificio non era agibile, non essendo ancora completato
GERUSALEMME - All'indomani del crollo di una grande tribuna allestita in una sinagoga di Givat Zeev (Gerusalemme) è emerso che l'edificio non era ancora agibile e che il Consiglio municipale e la polizia non erano riusciti a concordare chi di loro dovesse impedire il grande raduno dei religiosi fissato per ieri.
La polizia, secondo i media, aveva comunque informato i responsabili locali che quell'evento era vietato. Malgrado ciò 2'500 ebrei ortodossi si sono poi stipati nell'edificio (ancora non completato) e nel crollo - secondo un bilancio aggiornato - ci sono stati due morti e 216 feriti.
Si tratta del secondo disastro che colpisce la comunità degli ebrei ortodossi in Israele, dopo la strage di 45 persone in una calca avvenuta tre settimane fa durante un raduno di massa sul Monte Meron (Galilea).
Sul web si sono intanto diffuse immagini che, in apparenza, indicano che la parte superiore della tribuna era stata saldata con mezzi di fortuna alla struttura principale.