Le parole della dottoressa sudafricana che ha scoperto la nuova variante: «Preoccupati? No. Sul chi vive? Sì»
PRETORIA - Ventiquattro tamponi positivi al Covid, ma con sintomi «che non avevano alcun senso», così la dottoressa sudafricana Angelique Coetzee ha iniziato a intuire che quel virus non era proprio lo stesso con cui aveva avuto a che fare nell'ultimo anno e mezzo. Si trattava, infatti, della nuova variante Omicron di cui tanto si parla e che preoccupa molti.
Coetzee, che è anche la responsabile della South African Medical Association e presiede lo sforzo vaccinale nazionale, ha iniziato a notare il nuovo fenomeno all'inizio di novembre quando i pazienti con questi sintomi anomali hanno iniziato a presentarsi al suo studio di Pretoria: «Erano differenti, e assai più lievi, da quello che avevamo visto sin d'ora», conferma la dottoressa in intervista streaming con il Telegraph. «non c'è stata nessuna perdita dell'olfatto o del gusto, perlopiù raffreddore e spossatezza.
Il caso che ha fatto preoccupare di più è quello di una bimba di 6 anni con febbre e un battito accelerato, «pensavamo di ricoverarla, ma dopo un paio di giorni stava già molto meglio». Relativamente lieve anche il decorso: «In generale si può dire che è un po' al di sotto della norma e va dai 5 ai 10 giorni al massimo».
Per contestualizzare le dichiarazioni di Coetzee è abbastanza importante fornire un paio di informazioni di contorno che riguardano i suoi pazienti che hanno contratto la omicron: si tratta di persone tutte in salute, la metà dei quali (circa 12, quindi) vaccinati a ciclo completo. Altra cosa di cui tenere conto è che la popolazione sudafricana è generalmente molto più giovane di quella europea con solo un 6% di over 65 (in Svizzera, per intenderci, è generalmente attorno al 20%).
Per questo motivo, la dottoressa - seppur volendo relativizzare e tranquillizzare - ha confermato l'importanza di tenere alta l'allerta per le categorie a rischio: «Quelli di cui dobbiamo preoccuparci ora sono gli anziani, quelli con patologie pregresse che non si sono vaccinati, perché loro potrebbero essere colpiti in maniera molto più dura», ha spiegato Coetzee che per la omicron conferma una «contagiosità normale sulla falsariga di quella registrata con la variante delta».
In ogni caso, come sempre in questi casi, è importante che sia chiaro che non è chiaro niente: «A questo punto sono tutte speculazioni», ha spiegato sempre Coetzee al Guardian, «quello che riportiamo sono i casi che abbiamo avuto e abbiamo sott'occhio, fra due settimane il quadro potrebbe essere diverso. Siamo molto preoccupati? No, diciamo che questa nuova variante ci ha messi sul chi vive».
Vero è che le sue dichiarazioni sembrano il linea con altre la casistica generale nel mondo - l'Oms parla di zero decessi, per ora, da omicron - e lasciano ampio spazio all'ottimismo. A fare maggiore chiarezza su questa nuova variante ci penseranno però tutte le analisi del caso che richiederanno però il loro tempo.