Il presidente Tokayev dovrebbe tenere in giornata un discorso rivolto alla nazione
ALMATY - Il presidente del Kazakistan, Kassym-Jomart Tokayev, ha dichiarato oggi che l'ordine è stato per lo più ristabilito nel Paese, dopo giorni di disordini senza precedenti.
«Le forze dell'ordine stanno lavorando duramente. L'ordine costituzionale è stato per lo più ripristinato in tutte le regioni», ha detto Tokayev in un comunicato, aggiungendo che le operazioni di sicurezza continueranno «fino alla distruzione totale dei militanti».
Il ministero kazako degli Interni ha comunicato oggi che «26 criminali» sono stati uccisi e 18 feriti durante i disordini. Nel comunicato si specifica che tutte le regioni del Kazakistan sono state «liberate e poste sotto maggiore protezione» con 70 checkpoint installati nel Paese.
Durante gli scontri degli scorsi giorni, innescati dall'aumento del prezzo del carburante unito ad una situazione politica ed economica vacillante, circa 3'000 persone sarebbero finite in carcere.
Il presidente Tokayev dovrebbe pronunciare un discorso alla nazione nella giornata di oggi, stando ai media locali.
Respinta la mediazione - Tokayev oggi ha respinto oggi ogni ipotesi di mediazione per mettere fine alle violenze nel Paese e ha promesso «l'eliminazione» di quelli che ha definito «i banditi armati» accusati di aver istigato le manifestazioni violente.
Tokayev ha aggiunto di avere autorizzato la polizia ad aprire il fuoco «senza avvertimento».
«Ci sono stati dall'estero appelli alle parti a negoziare per una soluzione pacifica ai problemi - ha detto Tokayev in un discorso televisivo alla nazione -. Che sciocchezza! Come si può negoziare con criminali e assassini?». Secondo il presidente, infatti, i disordini sono stati provocati da «20.000 banditi» che hanno preso d'assalto Almaty, la ex capitale e più grande città del Paese.
Tokayeva ha poi ringraziato il presidente russo Vladimir Putin per avere risposto prontamente al suo appello inviando in Kazakhstan truppe per aiutare a sedare la rivolta nell'ambito del Trattato di sicurezza collettiva (Csto), di cui fanno parte varie Repubbliche ex sovietiche.