Il Pentagono: «I corpi armati hanno sì sparato, ma in aria e senza colpire nessuno». Un'inchiesta dimostra il contrario
KABUL - «Una montagna di corpi ammassati», «Il cielo è diventato rosso con la polvere», «Ho visto pezzi e lembi di stoffa volare in aria». Il 26 agosto morivano a Kabul 180 persone. I militari avevano attribuito tutti i decessi a un individuo che si era fatto esplodere, ma una nuova inchiesta giornalistica potrebbe smentire le dichiarazioni dei corpi armati.
A pochi giorni dall'abbandono delle truppe americane e britanniche dell'Afghanistan, dopo quasi 20 anni sul territorio, l'aeroporto di Kabul era stato assediato. Centinaia di persone con in mano i propri documenti cercavano di abbandonare il Paese. Ma i militari erano presenti lungo tutto il perimetro dell'area e così era andata a formarsi una calca tale da essere soffocante, come testimoniano i vari video condivisi in quei giorni. Poi, il 26 agosto, una persona in mezzo alla massa si è fatta esplodere, uccidendo afghani e americani. Il Pentagono aveva in seguito dichiarato che le 183 vittime, tra cui 13 militi statunitensi, erano state uccise da un attacco bomba dell'Isis.
In seguito all'esplosione, le forze armate hanno aperto il fuoco. Ma sia i britannici, sia gli americani, hanno dichiarato lo scorso venerdì che nessuna pallottola è andata a segno. I colpi sparati, una trentina, da parte di entrambi i corpi erano di «avvertimento». La Cnn ha condotto negli ultimi quattro mesi un'inchiesta per chiarire se davvero nessuno di quei colpi avesse ucciso qualcuno. I giornalisti hanno parlato con più di 70 testimoni e famigliari delle vittime, analizzato video, foto e audio e avuto accesso a dei referti medici. Due analisti forensi hanno affermato che l'individuo che si è fatto esplodere non può aver ucciso da solo 180 persone.
«Ho visto persone ferite che cercavano di rialzarsi, ma sono state colpite da delle pallottole». Così Shogofa, una donna presente sulla scena al momento dell'esplosione. Ha raccontato di aver visto dei soldati sparare e anche lei è poi stata colpita sul lato destro del collo. Un rapporto medico di Emergency ha confermato la sua testimonianza. In tutto, diciannove persone hanno affermato di aver visto i militari aprire il fuoco e colpire a morte. Un ragazzo ha raccontato che «non sparavano in aria. Miravano».
Il capitano Bill Urban, portavoce del Comando combattente unificato delle forze armate degli Stati Uniti ha dichiarato che «quello che viene descritto non è in contrasto con quelli che possono essere i ricordi di un evento violento a cui hanno assistito. Hanno subito un trauma e stanno facendo del loro meglio per mettere insieme i pezzi. Ma è improbabile che il loro cervello ricordi chiaramente. Per come conosciamo noi i fatti, non sussistono prove che dimostrino che i militari abbiano sparato».