«Da oggi la sua vita da capo dello Stato diventa difficile» assicura Carla Del Ponte
ROMA - «Putin deve soltanto fare un passo fuori dalla Russia e si troverà a utilizzare la carta igienica della prigione dell'Aia»: lo afferma in un'intervista a La Repubblica, l'ex procuratrice dell'Aia Carla Del Ponte, protagonista del processo a Slobodan Milosevic.
«Se credo davvero che Putin si farà arrestare? Un fatto è certo. Da oggi la sua vita da capo dello Stato diventa difficile. Gli sarà inibito qualsiasi vertice internazionale», argomenta l'ex magistrata. «È innegabile che la richiesta di arresto incrina irrimediabilmente la sua immagine pubblica. Oggi in Russia lui è il presidente, ma è chiaro che i gravissimi reati che gli vengono contestati possono giocare anche politicamente contro di lui».
«Putin vuole sradicare l'identità di un popolo e quindi deve risponderne penalmente», sostiene Del Ponte. «Finalmente è stato raggiunto un primo traguardo molto importante, che è solo un primo passo verso la contestazione degli altri innumerevoli reati di cui Putin dovrà essere incriminato».
«Sotto accusa penale non c'è il governo russo, ma una persona specifica, e cioè Putin», sottolinea l'ex procuratrice federale. «Il crimine di guerra di cui è accusato, la deportazione dei bambini, è gravissimo e non l'abbiamo ancora mai visto contestato a livello di responsabilità penale. Ma ci saranno tantissimi altri crimini di guerra e crimini contro l'umanità commessi in questo anno di guerra in Ucraina che sono apparsi estremamente gravi e di cui lui stesso dovrà rispondere».