Tanti i punti oscuri - da chiarire - di una tragedia che forse si sarebbe potuta evitare.
SESTO CALENDE - Si tinge di giallo il naufragio del Lago Maggiore che è costato la vita a due esponenti dell'intelligence italiana (Aise), a un membro 53enne in pensione del Mossad israeliano - forse il primo a finire in acqua - e alla donna russa (50 anni), moglie dello skipper della "house boat". E proprio a bordo della navetta turistica la maggioranza dei passeggeri erano uomini e donne dei servizi segreti italiani e israeliani.
Gli errori letali che la Procura di Busto Arsizio - che ha aperto un fascicolo d'inchiesta per naufragio colposo - sta esaminando e su cui indagano i carabinieri del Comando provinciale di Varese, sono almeno tre. Per prima cosa è lecito chiedersi perché sulla barca - la "love Lake" chiamata anche "Goduria" e lunga 15 metri - i passeggeri fossero 21 (due avevano rinunciato all'ultimo) invece dei 15 previsti dalla massima capienza. Inoltre si dovrà stabilire perché la meteo, che annunciava deterioramento delle condizioni con la possibilità che si verificassero anche eventi critici, è stata ignorata.
Infine, una domanda: in un contesto di meteo incerto e di sovraccarico dello scafo, perché domenica sera la barca si trovava a navigare al largo e non vicino alla costa? Ciò che si è appreso è che la tempesta avrebbe sorpreso al largo la comitiva mentre rientrava da un pranzo, che era stato prenotato per le 12.30 presso il ristorante Il Verbano, sull'isola dei Pescatori.
Al netto di questi tre elementi, non può non destare qualche riflessione in più la presenza a bordo di 007 italiani e del Mossad. Tanto che, secondo indiscrezioni della stampa italiana, la gita domenicale è stata organizzata solo in extremis, a seguito di incontri e scambi di informazioni avvenuti in Lombardia nei giorni precedenti e solo dopo che gli agenti israeliani avevano perso il volo di rientro in Patria. Partenza poi posticipata a oggi.
Lo stesso skipper e proprietario della barca, che ha un passato di esperienze commerciali e che parla francese e bulgaro, pare sia una conoscenza dei Servizi. E per questo motivo è possibile sia stato contattato per la gita sul lago. Ma non è tutto, perché proprietaria della barca, secondo quanto ricostruisce il Corriere della Sera, è una società creata (per svolgere attività di management turistico) il 5 aprile scorso dallo skipper e da sua moglie, previo versamento simbolico di 475 euro di capitale sociale.
Ma i sospetti sulla vicenda erano partiti già nelle ore successive alla tragedia, sia per l'anticipazione nella notte - da parte degli sfortunati naufraghi - delle operazioni di check-in/out dalle abitazioni prese in affitto sia per l’allontanamento frettoloso dalle abitazioni governative. Acquisiti anche con estrema attenzione i rapporti di servizio delle ambulanze intervenute, a voler forse impedire eventuali fughe di nomi e notizie.