Gli atti antisemiti sono aumentati del 1000%, il gran rabbino: «Profonda inquietudine». Il rapporto.
PARIGI - Il grande rabbino di Francia, Haïm Korsia, esprime grande preoccupazione per i dati pubblicati oggi dal Crif, il Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche di Francia, secondo il quale gli atti antisemiti in Francia sono aumentati del 1000% dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre.
Dinanzi alla moltiplicazione degli atti antiebraici (1676 nel 2023 contro 436 nel 2022) Korsia esprime «profonda inquietudine». «Dire che "siamo i più minacciati" non è motivo di vanto ma di una reale angoscia», ha sottolineato questa mattina ai microfoni di radio France Info.
«È paradossale - ha proseguito - dopo il 7 ottobre e quegli assassinii orribili c'è stato un movimento di solidarietà, veri appelli alla fraternità e nel contempo una sorta di liberazione della violenza». Per lui, «due dati sono particolarmente inquietanti: quello delle aggressioni alle persone e la crescita incredibile di queste violenze nelle scuole, spesso tra i più piccoli che riportano quello che ascoltano a casa».
Dinanzi a questo fenomeno, Korsia ritiene che il sostegno dello Stato francese sia stato «fermo» e che la polizia abbia fatto «un lavoro incredibile». «Ora chiediamo che le sanzioni siano esemplari», ha concluso.
L'antisemitismo in Francia, le cifre
Come detto dunque, secondo quanto pubblicato dal Crif, il Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche di Francia, gli atti antisemiti sono in aumento in Francia del 1000% dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre.
Le cifre del rapporto, pubblicato oggi da Le Parisien, parlano di un antisemitismo «mai così forte in Francia», che arriva ovunque, «anche all'interno delle abitazioni delle vittime». I numeri sui quali si basa lo studio sono stati forniti dal ministero dell'Interno.
L'anno scorso sono stati registrati 1.676 atti antisemiti in Francia, contro i 436 del 2022. Dal 7 ottobre si sono decuplicati: a ottobre, novembre e dicembre 2023 ci sono stati altrettanti incidenti (1.242) di quanti se ne erano verificati in totale nei 3 anni precedenti.
Un terzo degli atti antisemiti ha investito «la sfera privata» (domicilio della vittima, vicinanze del domicilio o luogo di lavoro), il 20,4% sono avvenuti in luogo pubblico. Per Nonna Mayer, direttrice di ricerca al CNRS e membro della Commissione nazionale consultiva sui diritti umani, questa recrudescenza rappresenta un meccanismo ben noto, legato alla reazione militare di Israele: «Fin dall'inizio degli anni 2000 - spiega a Le Parisien - e alla seconda intifada, a ogni intervento di Israele nei territori palestinesi si assiste a questo fenomeno».