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RUSSIAIl corpo di Navalny non è dove dicono le autorità

17.02.24 - 11:49
La Cina, contrariamente all'Occidente, non commenta: «È una questione interna russa»
keystone-sda.ch (CLEMENS BILAN)
Fonte Ats Ans
Il corpo di Navalny non è dove dicono le autorità
La Cina, contrariamente all'Occidente, non commenta: «È una questione interna russa»

MOSCA - C'è la conferma ufficiale della morte di Alexei Navalny. La sua portavoce Kira Yarmysh ha annunciato sabato su X che la madre dell'oppositore si è recata nel campo di prigionia nel nord della Russia e qui ha ricevuto la notizia formale della morte del figlio.

I parenti di Navalny hanno chiesto che la sua salma venga loro consegnata «immediatamente». Ma c'è un giallo: il corpo non è nell'obitorio che era stato indicato dalle autorità russe, secondo quanto sostengono su Telegram i collaboratori del dissidente russo.

L'avvocato di Navalny, che oggi è arrivato nella città di Salekhard con la madre - Lyudmila - ha chiamato un numero dell'obitorio e gli è stato detto che «il corpo di Alexei non è all'obitorio», come invece aveva affermato la prigione in cui è morto. Yarmysh ha accusato le autorità russe di «mentire» sulle cause della morte dell'oppositore e di cercare di «fare di tutto per non consegnare il suo corpo». All'avvocato è stato detto che «la causa della morte non è stata stabilita» ancora, ha affermato la portavoce sul canale Telegram del team, ripreso dalla testata Dozhd.

No comment cinese
Il ministero degli Esteri cinese si è rifiutato oggi di commentare la morte di Navalny. «Questa è una questione interna della Russia. Non commenterò», ha detto il portavoce in risposta a una domanda dell'agenzia di stampa Afp.

Oltre 200 fermati
È salito a oltre 200 il numero dei manifestanti russi pro-Navalny fermati da ieri, dopo la morte del dissidente russo nel carcere in cui era detenuto: lo riferisce la ong per i diritti umani OVD-Info, come riporta il Guardian.

Almeno 212 persone sono state fermate tra ieri e oggi durante gli eventi organizzati in Russia in memoria di Navalny, precisa la ong sottolineando che si tratta della più grande ondata di fermi per protesta in 18 mesi.

La polizia, secondo la ong, ha fermato almeno 109 persone a San Pietroburgo e 39 a Mosca, le due città più grandi del Paese.

Il gruppo ha anche segnalato fermi in città più piccole in tutta la Russia: dalla città di confine di Belgorod, dove sette persone sono state uccise giovedì in un attacco missilistico ucraino, a Vorkuta, un avamposto minerario nell'Artico.

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