Questa seconda versione potrebbe essere più pericolosa anche per gli esseri umani
NEVADA - Le mucche da latte in Nevada avrebbero contratto una seconda versione del virus dell'influenza aviaria, fattore che potrebbe «aumentare il rischio di gravi malattie per i lavoratori delle aziende agricole contagiati dall'esposizione ad animali infetti», come ha affermato Seema Lakdawala, virologa presso l'Università di Emory
La variante sarebbe quindi da quella che imperversava nelle mandrie dalla primavera scorsa, come hanno fatto sapere dal Dipartimento dell'agricoltura. A questo punto, si metterebbe in dubbio l'ipotesi che l'epidemia sia iniziata quando il virus è passato dagli uccelli alle mucche nella zona del Texas Panhandle l'anno scorso, suggerendo che le mucche potrebbero essere più suscettibili all'H5N1 di quanto si sapesse in precedenza e che gli esperti non saprebbero ancora come il virus si stia diffondendo nei bovini.
Lakdawala teme che questa versione del virus potrebbe causare malattie più gravi. Infatti essa, predominante negli uccelli selvatici e in altri mammiferi e poi riversatasi nel pollame, è stata rilevata in due gravi casi umani in Nordamerica. Si tratta di un uomo della Louisiana morto a gennaio (il primo decesso per influenza aviaria negli Stati Uniti) e di un adolescente canadese ricoverato in ospedale per più di due mesi tra la vita e la morte.