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GUERRA COMMERCIALE

«Nessuna esenzione su pc e smartphone», tra fentanyl e semiconduttori

Dalla Casa Bianca chiariscono quanto emerso venerdì. «Non saremo tenuti in ostaggio da nessuno, tanto meno dalla Cina
Depositphotos (HayDmitriy)
Fonte ATS
«Nessuna esenzione su pc e smartphone», tra fentanyl e semiconduttori
Dalla Casa Bianca chiariscono quanto emerso venerdì. «Non saremo tenuti in ostaggio da nessuno, tanto meno dalla Cina

WASHINGTON - Nessuno si salverà dai dazi e l'esenzione su pc e smartphone è solo temporanea. Trump, dichiarato in ottima salute dal medico che lo ha sottoposto al check up annuale, torna a parlare delle tariffe. Ha chiarito che «non è stata annunciata nessuna eccezione venerdì» per gli smartphone e i pc, che restano «soggetti a tariffe del 20% per il fentanyl» e che rientreranno nell'indagine più ampia sui chip per motivi di sicurezza nazionale.

«Non saremo tenuti in ostaggio da nessun paese, soprattutto da paesi ostili come la Cina», ha aggiunto Trump ribadendo la necessità di «produrre negli Stati Uniti», suo obiettivo finale per le tariffe.

Oggi ha ricevuto una ovazione a Miami al suo ingresso al Kaseya Center per gli incontri di arti marziali miste dell'Ufc, che lo ha molto soddisfatto, facendogli credere che la sua politica piace.

La precisazione di Trump è seguita alla pubblicazione nella tarda serata di venerdì sulla gazzetta ufficiale un elenco di prodotti esentati dai dazi reciproci, fra questi gli smartphone e i pc. Ma le esenzioni, ha spiegato successivamente il segretario al commercio, precedendo Trum, saranno solo temporanee: i dispositivi elettronici importati saranno infatti soggetti probabilmente ad altre tariffe stabilite nell'ambito di un'indagine sul settore dei semiconduttori dovuta a motivi di sicurezza nazionale.

Le affermazioni di Howard Lutnick prima e di Trump poi sono un duro colpo per la Silicon Valley, Apple e Nvidia in primis, per chi sperava in un allentamento delle tensioni commerciali con la Cina e per i mercati, sui quali l'incertezza invece di diminuire sembra aumentare.

Per Pechino, che aveva salutato come un «piccolo passo in avanti" l'esenzione di smartphone e pc dai dazi reciproci, le spiegazioni di Trump sono un duro colpo. «Esortiamo gli Stati Uniti a fare un grande passo avanti per correggere i propri errori, cancellare completamente la pratica errata dei dazi reciproci e tornare sulla giusta strada del rispetto reciproco», aveva detto il ministero al commercio cinese prima della gelata di Lutnick, il quale afferma che presto i dazi sugli iPhone potrebbero tornare, per la necessità che «le nostre medicine, i nostri semiconduttori e i nostri dispositivi elettronici siano prodotti in America».

La tempistica di 30-60 giorni identificata da Lutnick innervosisce gli investitori, già scettici sulla tregua di 90 giorni per i dazi reciproci perché non ritenuta sufficiente a cercare di raggiungere accordi commerciali con 150 paesi. La Casa Bianca ha più volte ripetuto negli ultimi giorni di essere stata già contattata da 75 paesi interessati a un'intesa sui dazi e appare intenzionata a privilegiare inizialmente Giappone, Corea del Sud, Vietnam e India per contrastare l'influenza cinese. La velocità con cui gli accordi saranno raggiunti determinerà - secondo gli analisti - le chance di recessione americana, sulla quali non c'è molto ottimismo.

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