Le parole di un deputato della Lega sulla cooperante rapita hanno suscitato l'indignazione degli avversari politici.
ROMA - Bagarre in aula questa mattina a Montecitorio dopo che un deputato della Lega si è riferito a Silvia Romano definendola una «neo terrorista». Il tentativo della vicepresidente della Camera, Mara Carfagna, di stigmatizzare le parole del parlamentare non è bastato a evitare le proteste della maggioranza.
Eletto in Sicilia per la "Lega - Salvini Premier", Alessandro Pagano stava criticando il governo per non aver ancora permesso lo svolgimento delle funzioni religiose («non solo cattoliche») quando ha pronunciato la frase incriminata. «Abbiamo assistito a un figlio della Patria, un poliziotto che è morto e al suo funerale erano presenti 15 persone, tra le quali nessuna autorità dello Stato», ha premesso il deputato 60enne. «Poi però abbiamo osservato che, quando è venuta la neo terrorista, visto che è risaputo che Shabaab questo è e questo finanzia...», ha aggiunto, facendo riferimento all'arrivo della cooperante italiana rapita in Kenya Silvia Romano, accolta a Ciampino dai familiari, dal premier Conte e dal ministro degli Esteri, Di Maio.
A questo punto, Pagano è stato interrotto dai cori di protesta provenienti dai banchi della coalizione di governo. «Sto citando Repubblica», ha ripetuto più volte il deputato, riferendosi a un serie di articoli del portale d'informazione italiano che ipotizzano un possibile utilizzo del presunto riscatto pagato per la 25enne per attività terroristiche.
La vice presidente della Camera, Mara Carfagna (Forza Italia), ha stigmatizzato il commento del parlamentare: «Onorevole Pagano, credo che riferirsi a Silvia Romano utilizzando il termine di "neo terrorista" sia alquanto improprio. Eviterei soprattutto di farlo in quest'aula», ha affermato. Il suo intervento non è però bastato a placare le grida dei contestatori: «Colleghi, ho già stigmatizzato le parole dell'onorevole Pagano», ha tentato di richiamarli all'ordine più volte Carfagna.
Pagano ha potuto continuare il suo intervento solo un minuto dopo, ringraziando la vice presidente della Camera per la «precisazione» e promettendo, di lì innanzi, di attenersi al tema. Con il suo paragone, ha assicurato comunque, voleva solo sottolineare l'incongruenza di permettere determinati eventi e aperture e altre - come funzioni religiose e luoghi di culto - no.
Dal suo arrivo in Italia, Silvia Romano è stata bersaglio di messaggi d'odio e minacce di natura islamofobica (la giovane si è convertita all'islam). Ad animare gli hater è stato altresì il presunto pagamento di un riscatto per la sua liberazione.