L'ex presidente della Bce, incaricato per formare un nuovo governo, avvierà oggi le consultazioni
ROMA - «Non voteremo per la nascita di un governo tecnico presieduto da Mario Draghi»; era questa la linea "ufficiale" emersa nella tarda serata di martedi, a caldo dopo le parole di Mattarella, da parte del Movimento 5 Stelle. Ma la lunga assemblea di ieri sembra aver smosso le acque all'interno delle forze grilline.
L'appello rivolto dal Capo della Stato italiano ai partiti era quello di dare fiducia a un governo di «alto profilo», che non si sarebbe quindi dovuto identificare «con alcuna formula politica». Ma la chiave per l'apertura dei 5 Stelle a un esecutivo guidato dall'ex numero uno della Bce potrebbe invece trovarsi in una forma di governo che sia solo in parte tecnico - assegnando alcuni dicasteri a profili di alto livello - ripartendo il resto dei ministeri tra le forze della nuova maggioranza.
Governo ibrido? Anche il Pd apprezza
Una forma "ibrida" di governo, secondo quanto riportato da Open, sarebbe stata apprezzata anche dal Partito democratico e da Liberi e uguali (Leu), con cui ieri i pentastellati si sono confrontati dopo aver sospeso la propria assemblea. Ieri anche il ministro uscente per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà, aveva sottolineato l'importanza di non incrinare l'asse di maggioranza che si è creato alla Camera: «Attenzione a non bruciare la futura alleanza con Pd e Leu».
Al via le consultazioni
Il "premier" incaricato, Mario Draghi, avvierà oggi le consultazioni con le diverse forze politiche per la formazione di un nuovo governo. L'ex presidente della Bce, lo ricordiamo, ha accettato con riserva (che sciogliera solo al termine dei colloqui) l'incarico conferitogli dal presidente Mattarella.