Gli avvocati di Trump puntano sull'incostituzionalità, la libertà d'espressione e la campagna d'odio democratica
WASHINGTON D.C. - Si torna al Senato oggi con la terza giornata che sarà tutta dedicata alla difesa dell'ex-presidente Donald Trump. Al termine, i Senatori potranno porre le loro domande e si procederà al voto. Non è detto, ed è abbastanza difficile, che questa possa essere la giornata conclusiva del processo.
Nella seconda giornata dell'accusa - quella a cavallo fra ieri e oggi per noi in Svizzera - gli avvocati hanno mostrato la loro tesi in maniera efficace con materiale d'indagine perlopiù inedito.
Si è tornato sull'assalto al Campidoglio - costato la vita a 4 persone - e che è stato sviscerato molto accuratamente per far capire che non è stata una bravata di un gruppo di buontemponi mascherati ma un vero e proprio attacco all'ordine costituito che avrebbe potuto avere un esito assai più drammatico.
In particolare sono stati mostrati gli esponenti più estremi che hanno condotto la carica, ovvero i membri dei gruppi paramilitari di ultradestra, che avevano dei piani ben precisi e che aspettavano solo un segnale dal presidente. L'accusa nei confronti di Trump è di aver fatto scatenare il tutto, senza poi mostrare nessun segno di pentimento o rimorso.
Oggi la parola va alla difesa - Che prevede di terminare la sua arringa entro in meno di 4 ore, impiegando quindi molto meno rispetto alla controparte.
Stando alle prime battute della giornata gli avvocati dell'ex-presidente non si stanno affatto tirando indietro e stanno invece procedendo con un attacco in contropiede, negando tutto e rigirando l'accusa di fomentare l'odio sui democratici responsabili di una campagna anti-Trump.
Fra le altre pietre fondanti della tesi, l'incostituzionalità di processare un privato cittadino e la libertà di espressione.
Comunque vada la giornata di oggi, lo ricordiamo, è davvero molto difficile che Trump venga condannato. 17 senatori repubblicani dovrebbero votargli contro, per ora solo 6 hanno cambiato idea.