I Paesi dell'Alleanza richiamano Pechino a una maggiore trasparenza e al mantenimento degli impegni presi.
Le preoccupazioni della Nato: le politiche coercitive, un arsenale nucleare che cresce e i legami con la Russia. L'invito al dialogo: «Trasparenza e comprensione reciproca saranno un vantaggio per entrambi».
BRUXELLES - A Bruxelles oggi si è parlato di Pechino. «La crescente influenza della Cina e le sue politiche internazionali possono presentare delle sfide che dobbiamo affrontare insieme come Alleanza», si legge nelle lunghe conclusioni del summit Nato andato in scena questo pomeriggio.
Il dialogo con Pechino mantiene un ruolo centrale nei rapporti. «Manteniamo un dialogo costruttivo con la Cina ovunque sia possibile. E sulla base di quelli che sono i nostri interessi, siamo aperti alle opportunità» di interagire «nelle aree di rilevanza e sulle sfide in comune, come quella legata al cambiamento climatico».
L'Alleanza sottolinea però in un lungo passaggio come sia le «ambizioni» sia la «determinazione» di Pechino costituiscano «sfide sistemiche» per la sicurezza e l'ordine internazionale. A preoccupare la Nato sono in particolare le «politiche coercitive» che si pongono in contrasto con il Trattato di Washington. Inoltre, la Cina «sta rapidamente allargando il proprio arsenale nucleare con più testate e un ampio numero di sistemi di lancio sofisticati». E poi c'è quel legame con la Russia, che ovviamente non è passato inosservato a Bruxelles.
Ma più di tutto, Pechino viene richiamata a mantenere gli impegni presi e a una maggiore trasparenza, «agendo in modo responsabile all'interno del quadro internazionale», nel quale «sono inclusi lo spazio, la rete e il settore marittimo». E questo riporta al centro la necessità di «adoperarsi in modo significativo nel dialogo», perché «trasparenza e comprensione reciproca - conclude l'Alleanza - saranno un vantaggio sia per i Paesi della Nato che per la Cina».