La Corte di Giustizia di Londra ha respinto il ricorso di un gruppo di deputati
LONDRA - Niente inchiesta imposta per via giudiziaria nel Regno Unito sulle presunte interferenze addebitate alla Russia nella politica britannica sul modello di quella condotta a suo tempo fra mille controversie negli Usa dal procuratore speciale Robert Mueller.
Lo ha deciso la Corte di Giustizia di Londra, respingendo anche in appello come «irricevibile» il ricorso di un gruppetto di deputati e lord anti-Brexit che pretendevano di trascinare il governo Tory di Boris Johnson sul banco degli imputati per non aver disposto un'investigazione ad hoc sui sospetti d'intromissione di Mosca emersi in particolare ai loro occhi durante la campagna per il referendum del 2016 sfociato nel voto della maggioranza della popolazione isolana a favore del divorzio dall'Ue.
Il drappello aveva fatto leva sui contenuti di un rapporto che accreditava il sospetto sulle asserite attività russe redatto dalla commissione parlamentare di Westminster sui servizi segreti nella precedente legislatura. Rapporto alle cui raccomandazioni, secondo i ricorrenti (esponenti del Partito laburista, dei Liberaldemocratici e dei Verdi), il governo Tory attuale si sarebbe rifiutato di adempiere.
Il giudice Jonathan Swift, come già il suo collega di primo grado presso l'Alta Corte di Londra, ha tuttavia respinto seccamente ogni ipotesi di azione legale contro l'esecutivo, sottolineando come le contestazioni dei deputati e dei lord europeisti si basino su argomentazioni «politiche» e non abbiano invece «valore giudiziario». Gli sconfitti hanno già fatto sapere di valutare a questo punto un ulteriore ricorso alla Corte di Giustizia Europea sui Diritti Umani, la cui competenza in materia appare peraltro dubbia e non in grado di legare le mani al governo del Regno.