Per la ministra italiana per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini è una possibilità concreta per alcune categorie.
L'obiettivo del Governo italiano è la soglia dell'80% di persone vaccinate: «Se dovessimo giudicarla irraggiungibile non vedrei alternative». Nel frattempo si valuta l'estensione del Green pass obbligatorio.
ROMA - L'obbligo vaccinale? «Non è un'eresia». Mentre in Italia si discute sull'estensione del Green pass obbligatorio per alcune categorie professionali, fra le quali quella dei dipendenti statali, la ministra per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini pensa già a un possibile passo ulteriore, in un'intervista rilascia oggi al Corriere della Sera.
Allineandosi alla posizione già espressa dal ministro italiano per la Semplificazione e la Pubblica amministrazione Renato Brunetta, Gelmini considera «indispensabile» il vaccino anti-Covid per «chi fa front office nella Pubblica amministrazione e per chi lavora nei servizi pubblici».
L'obbligo di vaccinazione, prosegue la ministra, «esiste già per alcune malattie. Una decisione del genere però spetta al Parlamento». E in tal senso, «la mia opinione è che occorre attendere i dati» prima di tracciare un quadro. L'obiettivo resta la soglia dell'80% di vaccinati. Al momento l'Italia sta al 67%. L'effetto del Green pass è stato più basso del previsto. «È ancora presto per fare un bilancio, perché i dati sono condizionati dall'effetto "generale di agosto"» ed «era prevedibile un rallentamento di queste ultime settimane nella campagna di vaccinazione».
Gli occhi sono quindi puntati sui numeri giornalieri che saranno registrati nel corso delle prossime due settimane. E a quel punto, la questione dell'obbligo potrebbe trovare posto sui tavoli della politica. «Se dovessimo giudicare irraggiungibile la copertura dell'80% della popolazione - conclude Gelmini - non vedrei alternative».