Quasi 75'500 stranieri si sono stabiliti in Svizzera da gennaio a novembre 2022. Eppure ci sono ancora 252.000 posti di lavoro vacanti.
ZURIGO - La discussione sull'immigrazione è stata rilanciata, giusto in tempo per le elezioni federali d'autunno. Gli slogan del momento sono «Nove milioni in Svizzera» e «Carenza di alloggi». Da gennaio a novembre 2022, d'altra parte, la popolazione residente straniera è aumentata di 75.490 persone. E il trend è in crescita.
Tuttavia la carenza di lavoratori qualificati non viene colmata. Secondo i dati di x28, società specializzata nell’offrire un quadro completo del mercato del lavoro elvetico, venerdì in Svizzera erano attive 252.473 offerte di lavoro. Per confronto: il numero di disoccupati è poco meno di 97.000.
La società di consulenza per le risorse umane Michael Page ha persino scritto in un comunicato stampa questa settimana che c'era una «carenza storica di candidati».
Un aumento dell'occupazione, questo, che «non è certamente sostenibile». Almeno secondo Klaus Wellershoff, fondatore dell'omonima società di consulenza aziendale, interpellato dalla NZZ am Sonntag.
Per l'esperto, ciò dipende dal massiccio aumento di posti nelle aree legate al Governo e dalla politica monetaria e fiscale eccessivamente favorevole. Secondo Wellershoff, i tassi di interesse sono troppo bassi e il franco troppo debole.
Reto Föllmi, professore all'Università di San Gallo, spiega l'insolita situazione del mercato del lavoro con errori nel recente passato: «Durante la pandemia era importante stabilizzare l'economia. Ma di fatto, sono state gettate le basi per un boom artificiale e sono stati prevenuti i fallimenti».
Tuttavia, per Föllmi, se le aziende non redditizie non scompaiono, sarà ancora più difficile per le aziende in salute trovare personale adeguato. In altre parole: lo Stato ha stimolato eccessivamente l'economia durante la pandemia.
Mathias Binswanger, professore di economia all'Università di scienze applicate della Svizzera nordoccidentale (FHNW), afferma che la Svizzera rischia di diventare una sorta di Lussemburgo, «dove la popolazione locale gestisce la ricchezza e chi la genera viene dall'estero». Binswanger si esprime specificamente contro la «pericolosa accademizzazione». Perché sul mercato del lavoro sono particolarmente ricercati quei dipendenti che hanno svolto un apprendistato e poi un'istruzione tecnica superiore.