In un comunicato diramato nel corso di una conferenza stampa, il Consiglio federale motiva la sua decisione
BERNA - Il Consiglio federale approva la prevista acquisizione di Credit Suisse da parte di Ubs e interviene per garantire la stabilità del mercato finanziario: questo in estrema sintesi il contenuto del comunicato diramato in serata dal governo.
Al fine di assicurare la continuazione dell'attività operativa di Credit Suisse fino all'attuazione dell'acquisizione e ridurre i costi per l'economia svizzera l'esecutivo ha creato le basi giuridiche necessarie per consentire alla Banca nazionale svizzera (Bns) di concedere a Credit Suisse sostegni supplementari di liquidità. Come seconda misura il Consiglio federale ha deciso di concedere alla Bns una garanzia in caso di dissesto: entrambe le misure sono rette dal diritto di necessità (articoli 184 e 185 della Costituzione federale).
Per ridurre eventuali rischi per Ubs, la Confederazione accorda a quest'ultima una garanzia di 9 miliardi di franchi per l'assunzione di potenziali perdite derivanti da determinati attivi che Ubs riprenderebbe nel quadro della transazione, qualora queste eventuali perdite dovessero superare una certa soglia. Il governo ha anche ha chiesto alla Delegazione delle finanze delle Camere federali un credito d'impegno urgente: l'autorità ha approvato questo credito oggi.
«Le misure decise garantiscono che la BNS possa mettere a disposizione di Credit Suisse, in caso di necessità, la liquidità sufficiente», si legge nella nota. «L'ottenimento del sostegno di liquidità è subordinato a condizioni rigorose». Il Consiglio federale ordinerà anche misure concernenti le remunerazioni.
L'esecutivo ha anche preso provvedimenti volti a contenere il più possibile i rischi per la Confederazione. Per tale motivo, Credit Suisse dovrà versare un premio di rischio sia alla Confederazione che alla Bns. Dovrà inoltre corrispondere un premio per la messa a disposizione della garanzia in caso di dissesto alla Confederazione e interessi alla Bns. «Da questi provvedimenti e dal privilegio nel fallimento, per la Confederazione risulta un rischio di dissesto esiguo», argomenta il governo.
«I sostegni di liquidità della BNS esistenti e quelli nuovi sono sufficienti, insieme alle riserve di liquidità di cui Credit Suisse dispone, per garantire sufficiente liquidità all'istituto», si dicono convinti quelli che un tempo venivano chiamati «i sette saggi». «Con questa serie di misure, il Consiglio federale ribadisce la sua disponibilità ad adottare i provvedimenti necessari per tutelare i detentori di depositi e la stabilità della piazza finanziaria svizzera», conclude la nota.