Al via un ciclo di incontri rivolto ai genitori ed educatori. Un ciclo di eventi per aiutarli a gestire al meglio l’utilizzo dei cellulari
LUGANO - ated-ICT Ticino in collaborazione gli psicologi di Horizon Psytech, guidati da Gabriele Barone, promuove una serie di appuntamenti per rendere i genitori consapevoli delle potenzialità dei videogiochi. L’obiettivo è fornire regole e tecniche utili a migliorare la relazione fra le diverse generazioni sui principali device digitali, come smartphone e tablet, usati per giocare online o navigare sui canali social dai nativi digitali.
Il primo incontro dal titolo: “Mamma ancora 5 minuti!” si svolge in parallelo al percorso gratuito Coderdojo, il 17 dicembre dalle 9:00 alle 11:00 presso SUPSI DTI (Aula B1.07), Via La Santa, Viganello.
Seguiranno altri due appuntamenti previsti per il 2023, uno dal titolo: “Cyberbullismo, Tecnostress e Netiquette. Istruzioni per l'uso!” (11 febbraio, presso SUPSI DTI a Viganello), l’altro su: “Tech Addiction (dipendenza dalla tecnologia). Strumenti di prevenzione ed intervento” (22 aprile, presso SUPSI DTI a Viganello). Ma per comprendere meglio il piano del percorso ed entrare nel merito degli incontri che sono in partenza, insieme all’apertura di uno “Sportello Aiuto”, abbiamo intervistato Gabriele Barone, psicologo di HorizonPsytech.
Gabriele, secondo un’analisi condotta in US dal Pew Research Center i bambini sotto i 5 anni che utilizzavano un tablet sono passati dal 51% nel 2020 al 69% nel 2021. E quelli che giocavano con una console o con un dispositivo per videogiochi dal 16% al 29%. Immagino che il fenomeno sia comune anche in casa nostra. Ma come si può gestire al meglio questa precocità digitale in famiglia?
Questi dati confermano una tendenza ormai nota: l’età di accesso, o adozione, della tecnologia da parte dei bambini sta progressivamente diminuendo. Ne consegue una necessità di intervenire fornendo dei modelli educativi corretti e coerenti per quello che può essere l’uso adeguato da parte dei genitori.
Da un lato, la tecnologia dovrebbe essere introdotta in maniera graduale, magari non prima delle scuole elementari e assolutamente non prima dei tre anni, per una questione di sviluppo neurocognitivo. Anche se può sembrare precoce, un primo contatto in età elementare, sempre supervisionato da un genitore o una figura adulta, permette una più facile adozione di modelli sostenibili, che in adolescenza si introducono con maggior difficoltà.
Idealmente, diventa fondamentale regolare le dimensioni di utilizzo e non mi riferisco solo al tempo, ma anche al luogo (dove si usa la tecnologia? Ad esempio, non a tavola o in spazi pubblici), la qualità (cosa fai con la tecnologia? Ad esempio, non la usi come metodo per combattere la solitudine) e l’interazione (con chi uso la tecnologia? Che ruolo ha nel mio utilizzo? Ad esempio, un utilizzo accompagnato dal genitore è sicuramente differente da uno proposto dal fratello o dalla sorella maggiore). Tutte queste dimensioni aiutano i bambini a interiorizzare dei modelli comportamentali che poi gli consentiranno ad usare adeguatamente la tecnologia da adulti.
Inoltre, per i genitori che sono preoccupati per l’utilizzo della tecnologia da parte dei propri figli, c’è anche uno “Sportello Aiuto” con psicologi specialisti in grado di affiancare le famiglie. Ci racconti come funziona questa attività, sviluppata in collaborazione con ated-ICT Ticino?
Certamente, lo sportello nasce dall’esigenza che molti genitori portano di confrontarsi con uno specialista in merito ai propri modelli educativo-digitali.
Capita molto spesso che dopo i miei interventi pubblici mi venga richiesto di chinarmi su questioni specifiche e purtroppo spesso non ci sono gli elementi per trattarle adeguatamente: ogni bambino ha interessi, età, modi e criticità differenti, trattarli cinque minuti dopo una conferenza diventa complesso.
Proprio per questo, l’idea nata con ated-ICT Ticino è quella di offrire uno spazio di ascolto e supervisione in cui il genitore può portare la sua casistica specifica e valutare insieme a me, o ai miei colleghi, delle possibili soluzioni. Inoltre, qualora ci siano segnali di malessere colti dal genitore, si può richiedere anche una valutazione di rischio di disagio psico-digitale, attraverso a strumenti specifici.
Lo sportello è pensato su format di incontro singolo, tendenzialmente di un’ora, con l’obiettivo di fornire soluzioni concrete e attuabili. Si lascia comunque al genitore la possibilità di prendere eventuali altri appuntamenti o di iniziare percorsi terapeutici, che sono tuttavia esterni all’offerta iniziale.
Per informazioni e iscrizioni agli appuntamenti promossi da ated-ICT Ticino in collaborazione con Horizon Psytech si può andare sul sito di www.ated.ch
In particolare:
- Iscrizione al Coderdojo (obbligatoria) qui
- Iscrizione al Workshop “Mamma ancora 5 minuti!” (obbligatoria) qui