Come funzionano e perché e come vengono accettate - mediante POS - dal Municipio e da oltre 300 negozi sul territorio
Bitcoin, come abbiamo ampiamente detto già la scorsa settimana, è la valuta digitale più longeva e famosa della storia che, ormai ben 14 anni fa, ha dato vita a questo “nuovo sistema finanziario” e ne è diventata il simbolo, non avendo addirittura alcuna persona o istituzione a capo o in grado di modificarne le caratteristiche e l’emissione sulla base d'interessi personali o di situazioni politiche congiunturali (v. il ruolo delle banche centrali che continuano a stampare moneta in caso di crisi, ottenendo spesso effetti avversi sull’economia reale come fenomeni di iper-inflazione).
Bitcoin, infatti, per sua costituzione tecnologica, è decentralizzato, sicuro, globalmente accessibile, open-source e anche grazie all’ampia base d’utilizzo, può assorbire, nel tempo, fluttuazioni di valore rilevanti: i calcoli matematici che ne regolano le funzioni e la distribuzione lo rendono un mezzo di pagamento deflattivo, molto resistente a fenomeni finanziari comuni come l’inflazione.
Tether (anche detto USDT), invece, emesso dall’omonima azienda, è una stablecoin, vale a dire una valuta digitale il cui valore è legato a quello di un’altra valuta “tradizionale”, o fiat, in questo caso il dollaro statunitense (1 USDt varrà quindi sempre 1 USD / dollaro americano, e per questo viene chiamato USDT dagli addetti ai lavori).
Ciò significa che, per ogni USDT che viene emesso, l’azienda possiede e conserva l’equivalente in dollari statunitensi e asset liquidi quali i buoni del tesoro americani. E parliamo di grandi quantità di denaro: durante una crisi causata da una sfiducia nelle criptovalute in generale, nel marzo del 2022, Tether è riuscita a dimostrarsi più che solida, riconsegnando, in sole 48 ore, circa 7 miliardi di dollari a coloro che, per paura di un crollo totale, avevano voluto riconvertire i propri soldi.
Perché la Città e i negozi che accettano pagamenti in valute digitali a Lugano non soffrono svalutazioni
«Va bene Tether che ‘resta sempre uguale’, ma se io oggi ho pagato il caffè con i Bitcoin, e domani questa moneta perde il 15% sui mercati, il barista ci perde?». Assolutamente no, perché grazie a strumenti di pagamento avanzati (un POS da usare in aggiunta a quelli già esistenti), che sfruttano la velocità della blockchain e del Bitcoin Lightning Network, le transazioni con valute digitali a Lugano avvengono sempre in tempo reale, e includono già il cambio prima in stablecoin (USDt / Tether) e poi in franchi svizzeri (CHF): ciò significa che, se un liscio costa due franchi e cinquanta, noi paghiamo l’equivalente in Bitcoin, con il corso di cambio attuale tra BTC e CHF. E il barista, che riceve gratuitamente, in comodato d’uso, POS e assistenza tecnica, può scegliere sempre di ricevere la somma in una valuta o nell’altra (tra Bitcoin, Tether/USDt, LVGA e conversione in CHF), o in proporzioni delle due a proprio piacimento, senza perderci o guadagnarci nulla in più.
Sarebbe come se il barista accettasse un pagamento in euro al tasso del giorno, e li potesse immediatamente avere in cassa in franchi. Sempre due e cinquanta. Se poi, più tardi, o l’indomani, l’euro dovesse crollare, l’incasso già fatto non avrà subito alcuna svalutazione o apprezzamento. Le commissioni di transazione sono nulle (i primi 3 mesi dall’attivazione del POS) e poi estremamente basse (1% sul transato), più basse di quelle che comporta l’utilizzo delle carte più diffuse e di sistemi come Twint.
Il POS di Plan ₿, che dispone di una semplice interfaccia Android e permette ai consumatori di pagare in criptovalute semplicemente scannerizzando un codice QR con il proprio mobile wallet, può essere richiesto, all’indirizzo e-mail planb@lugano.ch, dalle aziende che hanno la propria sede fisica o legale all’interno del comune di Lugano, per tutti i propri punti vendita siti in Svizzera, e restituito, in caso di disdetta, dopo 30 giorni dalla richiesta, senza nessuna penale.
E i LVGA?
Chiudendo in bellezza, la Città di Lugano che, accettando queste valute digitali, incentiva turismo, rilocazioni di privati e aziende e consumo interno da parte di chi possiede molti BTC e USDT, promuove l’uso nei commerci e per le procedure fiscali anche dei LVGA, un’altra valuta digitale nata a Lugano e utilizzabile solo in città, che si basa su tecnologie simili. A differenza delle altre, però, i LVGA possono essere acquistati solo attraverso l’amministrazione comunale, mediante registrazione all’app MyLugano (scaricabile gratuitamente su qualunque smartphone), e non possono essere rivenduti ad altre persone. Questo significa che i LVGA, anch’essi delle stablecoin, non sono soggetti ad alcuna fluttuazione di valore, ed sono strettamente legati a quello dei franchi svizzeri (100 LVGA = 1 CHF, sempre).
Perché dovremmo usarli, quindi? Perché facendo acquisti presso gli oltre 300 tra negozi e strutture che aderiscono al circuito di Plan ₿ e MyLugano e possono quindi incassarli, i possessori dell’app possono, riguadagnare in LVGA (come cashback) il 10% del valore della spesa fatta con ciascuna delle valute di cui abbiamo parlato oggi, compresi i franchi svizzeri, sia in contanti che con carta di credito/debito.
Non tutte le criptovalute, dunque, sono accettate e diffuse a Lugano, ma solo alcune di esse: solide, all’avanguardia, selezionate perché adatte al territorio e alle sue necessità, o addirittura create ad hoc per chi vive o visita la città. Varrà la pena provare a usarle, dunque, no? Sicuramente lo è continuare a leggerci, per comprendere e approfondire questa scelta, e aggiornarsi sull’integrazione, che avverrà a breve, di nuovi sistemi di pagamento in criptovalute, tra cui un POS unificato e la possibilità di utilizzare BTC, USDT e LVGA anche su e-commerce.