Cerca e trova immobili

Lugano's Plan ₿Presidenziali USA, il peso degli elettori pro-Bitcoin

14.08.24 - 06:00
Lugano's Plan ₿
Presidenziali USA, il peso degli elettori pro-Bitcoin

NEWSBLOG
Rubriche argomentali a pagamento curate da aziende e inserzionisti esterni

Giovani, cittadini, multietnici, appassionati di Bitcoin: non solo i fantomatici "crypto-ricchi", ma un intero bacino elettorale da conquistare e che può fare la differenza. E non solo a favore di Trump

Nonostante la polarizzazione delle posizioni nella corsa presidenziale degli Stati Uniti d’America, il dibattito sulla regolamentazione della finanza decentralizzata (che opera su blockchain) è un tema caro a entrambe le parti, sia per determinare il posizionamento internazionale del Paese su questioni tech e finanziarie di impatto globale, sia allo scopo di attrarre voti oscillanti, soprattutto dopo le recenti uscite del candidato repubblicano Donald Trump. Gli sforzi per corteggiare i “crypto-elettori” - una definizione che rimanda alla natura multietnica ed eterogenea degli appassionati del panorama Bitcoin, tecnologie correlate e valute digitali - sono una questione politica a sé stante, come sottolinea, in una riflessione pubblicata su Forbes, Cleve Mesidor, direttrice della Blockchain Foundation di Washington D.C..

Non solo Trump: uno scenario che cambia

Già nel gennaio di quest’anno, la stessa Mesidor aveva previsto, in un articolo precedente, che questo bacino di elettori, per quanto appunto diversificato, avrebbe potuto rappresentare un significativo blocco di preferenze oscillanti. E con il countdown avviato per novembre 2024, anche alla luce della veloce rincorsa lanciata dalla neo-candidata democratica Kamala Harris, questa previsione si sta avverando. «I sondaggi delle primarie non sono necessariamente predittivi delle elezioni generali», aveva avvertito Mesidor. «Il sentiment cambia dopo la scelta dei candidati, che devono affrontare la sfida di conquistare gli elettori degli sconfitti». E con il passo indietro di Joe Biden, lo scenario elettorale è stato completamente scompaginato (e ridisegnato).

I “crypto-elettori” USA attendono le posizioni di Harris

Già, perché la contesa tra il duo Harris-Walz e il tandem Trump-Vance ha ridefinito le dinamiche della corsa alla Casa Bianca, chiaramente anche per quanto concerne le “competizioni minori”, ovvero rispetto a gruppi di elettori specifici. Tra queste c’è di certo la partita che si rivolge ai voters accostati, in termini di profilazione, al mondo delle valute digitali, che si pensava pendessero verso il partito Repubblicano, al netto della presenza, “rumorosissima”, di Donald Trump sul palco dell’evento Bitcoin a Nashville, il più ampio a livello globale, due settimane fa.

Secondo Justin Slaughter di Paradigm, una società di investimenti tecnologici orientati alla ricerca sulle valute digitali e le tecnologie “di frontiera” correlate, che ha condotto ampie analisi sul sentiment politico riguardo allo spazio degli asset digitali, «a livello nazionale, il 30% degli afroamericani e delle minoranze possiede questa tipologia di asset. Un dato, questo, che sembra positivamente sbilanciato verso “i non bianchi”, in parte anche per una questione legata all’età media più giovane».

Molti operatori nell’ambito di Web3 e DeFi - cioè la finanza decentralizzata basata, appunto, sulla blockchain -, delusi dall'approccio di Biden ora, più che propendere verso Trump, sperano in un “reset” con Harris, potenziale incarnazione di una vera e propria tabula rasa rispetto alla precedente visione del governo Dem su quest’ambito. A tal proposito, nel corso di un recente incontro a sostegno della candidata, Charles J. Kelly - imprenditore appassionato di tecnologia blockchain, ma anche consulente e sostenitore dell'inclusione e dell’alfabetizzazione finanziaria, e dunque voce di settore molto influente negli USA - ha dichiarato di aver bisogno di più chiarezza sulla visione di Kamala Harris riguardo a Bitcoin, per soppesarla, in sostanza, con il sostegno professato da Trump.

Un bacino elettorale sempre più centrale

Questo fermento non sorprende, perché gli elettori tipo legati alle valute digitali sono perlopiù giovani e vivono in aree urbane. Ora tutti gli occhi sono puntati su questa categoria, che potrebbe fungere - torniamo all’opinione della Mesidor - da «ago della bilancia», oltre che, manco a dirlo, anche su chi detiene ricchi portafogli, all’interno dell'industria Bitcoin. Ergo: in una corsa che pare, stando alle recenti evoluzioni dei sondaggi rivolti al futuro inquilino della Casa Bianca, sul fil di lana, corteggiare questo blocco di elettori “tech-savvy” - con una marcata predisposizione a esplorare le nuove frontiere tecnologiche, e a coinvolgere communities di persone like-minded -, oltre che attenti all'inclusione non solo finanziaria, potrebbe fare la differenza. Ma per conquistarli, i candidati in campo dovranno mostrare di capire le potenzialità del settore e di avere un piano per regolamentarlo e farlo crescere, anche strizzando l’occhio alla partita globale dell’industria. La sfida è aperta e il voto degli appassionati di valute digitali, ora più che mai in bilico, rischia di avere un peso specifico importante.


Questo articolo è stato realizzato da Lugano's Plan ₿, non fa parte del contenuto redazionale.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE