Dall’era industriale all’epoca digitale: un viaggio attraverso i mutamenti dei loghi più iconici e il loro significato
Uno dei trend più in voga - almeno nei mesi scorsi - su Instagram e Tik Tok era quello di riconoscere l’azienda dal logo. Facile, direte voi. Più o meno, perché - soprattutto nel settore delle automobili - il rischio di farsi ingannare da immagini che tra loro si somigliano è altissimo. I loghi sono molto più di semplici simboli grafici: siamo di fronte all'essenza stessa dell'identità di un brand, un elemento che ha il potenziale di comunicare in modo immediato e potente i valori, i messaggi chiave e la personalità di un'azienda. Però il tempo, alle volte, è un nemico: per non farsi sopraffare, occorre adattarsi ai cambiamenti per rimanere rilevanti e risonanti con il proprio pubblico. In questo articolo, cercheremo di indagare come i loghi di alcuni dei brand più iconici si siano trasformati nel corso della storia, riflettendo i cambiamenti della società e delle tendenze di mercato.
L'era industriale
Facciamo un salto all’indietro. Torniamo all'era industriale, quando i primi loghi iconici - come quelli di Coca-Cola e General Electric - erano caratterizzati da un design elaborato e ornato, capace di riflettere i valori di solidità, affidabilità e tradizione. Insomma, dovevano mostrare una certa serietà e austerità del brand. Questi loghi erano, quindi, progettati per trasmettere un senso di stabilità e sicurezza in un’epoca in cui i cambiamenti sociali ed economici erano in ascesa. Tutto era studiato nel dettaglio, come la scelta dei colori rosso e il blu che favorivano l’associazione con energia e fiducia. In questo modo il messaggio che voleva essere trasmesso poteva rafforzarsi.
Il boom economico del dopoguerra
In questa sorta di breve viaggio cronologico, poi, ci tocca atterrare negli anni del boom economico del dopoguerra. I loghi, in questo periodo, iniziarono ad assumere un aspetto più vivace e dinamico. Due esempi su tutti? McDonald’s e Nike. Design audaci e colorati riflettevano l'ottimismo e l'energia di un'epoca di crescita e prosperità - come manifesto di quanto anche i loghi siano “figli del loro tempo” -, rivolgendosi a un pubblico giovane e in cerca di novità. Il logo di McDonald’s - facile da ricordare grazie ai suoi archi dorati - evocava un senso di accessibilità e familiarità, esattamente il messaggio perfetto per la tipologia di azienda. Allo stesso modo, poi, lo "swoosh" di Nike suggeriva movimento e dinamismo, ideale per un brand di sport.
L'era digitale
Altro giro, altra piccola rivoluzione. Pensiamo all’avvento dell'era digitale: uno dei momenti chiave della storia in tema di trasformazioni dei loghi. Cambiano i tempi e con essi le esigenze, così il focus si sposta sulla semplificazione e la versatilità. Brand come Apple e Google hanno adottato design minimali e flessibili, facilmente adattabili a diverse piattaforme e dispositivi. Questi loghi riflettono i valori di innovazione, user-friendliness e connettività che caratterizzano l'epoca digitale. La mela morsicata di Apple - probabilmente l’esempio più evocativo - è diventata sinonimo di tecnologia intuitiva e di design. Il logo multicolore di Google, invece, esprime la capacità di varietà e vastità delle informazioni disponibili online.
Loghi e responsabilità sociale
Come detto in precedenza, le aziende devono essere anche capaci di comprendere la società in cui agiscono. Soprattutto i brand “storici” devono mettere in conto di dover mutare per non disperdere quanto creato nel tempo. Negli ultimi anni, infatti, sempre più brand stanno adattando i propri loghi per riflettere un maggiore impegno verso la sostenibilità e la diversità. Temi al centro del dibattito contemporaneo. Starbucks, per esempio, ha modificato il suo logo così da includere una versione monocromatica più eco-friendly, mentre Unilever ha semplificato i suoi loghi per rendere più chiaro il suo impegno verso la responsabilità sociale. Questi cambiamenti riflettono una crescente consapevolezza da parte dei consumatori riguardo alle questioni ambientali e sociali, ma soprattutto la necessità per i brand di allinearsi con questi valori.
Rebranding iconic
“Chi lascia la vecchia per quella nuova…”: non sempre i detti popolari sono così aderenti con la realtà, ma può essere vero anche il contrario. Parliamo di rebranding e facciamo molta attenzione, perché può essere un’arma a doppio taglio. Due casi: il successo di Airbnb e il fallimento di GAP.
Nel 2014, Airbnb ha introdotto un nuovo logo chiamato “Bélo”, che rappresenta una combinazione di simboli come la località, l'appartenenza, le persone e l'amore. Questo rebranding ha contribuito a posizionare Airbnb come un marchio che promuove l'ospitalità e la connessione umana. Insomma, una strategia che allargava il raggio del business e lo comunicava in maniera vincente. Come i dati sulla crescita dell’azienda dimostrano.
Dal positivo al negativo, perché il tentativo di rebranding di GAP nel 2010 è stato, invece, accolto con critiche e proteste da parte dei clienti. L’accusa era quella di un nuovo logo generico e privo di alcuna personalità. GAP, preso atto di tutto, è stato così costretto a tornare al suo logo originale dopo soli sei giorni. Beh… se non è un fallimento di idee questo, ma va notata la grande personalità dell’azienda nell’ascoltare il proprio target e tornare sui suoi passi.
Due esempi, questi, che sottolineano l'importanza di una strategia di rebranding ben ponderata e che tenga conto delle esigenze e delle aspettative del pubblico, oltre che dell'identità di base del brand.
Il futuro dei loghi
Guardando al futuro, è probabile che i loghi continueranno a trovare forme di evoluzione in risposta ai cambiamenti tecnologici e sociali. L'uso dell'intelligenza artificiale e della realtà aumentata, per esempio, potrebbe portare a loghi sempre più interattivi, personalizzati e in grado di adattarsi alle preferenze individuali degli utenti. Inoltre, con la crescente importanza della brand experience, i loghi potrebbero diventare sempre più integrati con altri elementi dell'identità del brand come: packaging, web design e gli spazi fisici. Infine, possiamo dire che i loghi riflettono lo spirito del loro tempo e la sfida per i marketer è creare design flessibili, autentici e risonanti. I loghi non sono, quindi, semplici immagini, ma veri e propri simboli capaci di evolversi insieme ai brand.
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