Nel 2024 le crisi mondiali e l’incertezza politica hanno fatto salire il pessimismo dei cittadini e delle cittadine svizzere a livelli mai raggiunti fino a ora.
I dati raccolti dallo studio “Sicurezza 2024”, pubblicato dall’ACMIL (Accademia militare presso il PFZ) e dal Center for Security Studies (CSS) del Politecnico federale di Zurigo (PFZ), parlano chiaro: gli svizzeri sono pessimisti in merito alla situazione politica mondiale pur mantenendo un elevato livello di ottimismo rispetto al futuro della Confederazione. In un contesto come quello attuale, è diminuita la percentuale di cittadini che desiderano mantenere la neutralità mentre hanno raggiunto valori superiori alla media i voti favorevoli ad una collaborazione con la NATO.
Il campione dello studio è composto da 1223 cittadini e cittadine aventi diritto al voto e residenti nelle tre grandi regioni linguistiche del Paese (Svizzera tedesca, Svizzera romanda e Ticino). I cittadini sono stati intervistati telefonicamente, dal 3 al 22 gennaio 2024, dalll’istituto demoscopico «YouGov Schweiz» (ex «LINK Marketing Services AG»).
Svizzera più vicina alla NATO e più critica rispetto alla neutralitàLa neutralità è uno dei fondamenti della politica estera svizzera in virtù della quale il Paese non può partecipare a conflitti armati né stringere alleanze militari.
Tuttavia, in un momento storico come quello attuale in cui il protrarsi della guerra in Ucraina e le crisi mondiali stanno facendo aumentare il pessimismo degli svizzeri nei confronti della politica mondiale, il principio di neutralità sembra visto dai cittadini in maniera più critica. I dati dello studio “Sicurezza 2024” hanno evidenziato un netto calo di pareri favorevoli alla neutralità in generale, con un dato pari al 91%, in calo di 6 punti percentuali rispetto allo studio del 2022 (anno di inizio della guerra tra Russia e Ucraina).
I cittadini hanno inoltre ravvisato in larga maggioranza la necessità di avere un esercito pronto e ben preparato. L’82% degli intervistati è del parere che l’esercito sia «assolutamente necessario» o «abbastanza necessario». Il 92% desidera «un esercito molto ben istruito» e il 79% (+ 3 pp) «un esercito completamente equipaggiato».
Ed è cresciuto anche il consenso dei cittadini per un avvicinamento alla NATO che ha ottenuto un valore superiore alla media. Il 52% di cittadine e cittadini è favorevole ad un aumento della collaborazione, soprattutto in termini di colloqui e pianificazioni, di forme concrete di cooperazione politica e istituzionale e di cooperazione in ambiti tecnologici. Solo il 30%, però, vuole effettivamente entrare nella NATO.
Svizzera più vicina all’UE
In questo clima di incertezza in cui l’82% dei cittadini e delle cittadine svizzere vede con pessimismo la situazione mondiale, si fa strada la necessità di rendere più stabili e duraturi i rapporti con l’Unione Europea.
A seguito della riapertura dei negoziati, annunciata nel mese di marzo a Bruxelles dalla presidente della Confederazione, Viola Amherd, e dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, proprio per sviluppare e stabilizzare le relazioni tra Svizzera e UE, è stata lanciata, il 2 aprile a Berna, una iniziativa per inserire la collaborazione con l’Unione Europea nella Costituzione federale.
L’iniziativa popolare "Per una Svizzera forte (iniziativa Europa)", sostenuta da varie associazioni della società civile, da ex parlamentari, nonché dai Verdi, vuole integrare l’articolo 54 della Costituzione federale, che tratta di affari esteri in generale, con un articolo ad hoc chiamato “Integrazione europea”. Il nuovo articolo permetterebbe alla Svizzera di partecipare al progetto europeo di pace e libertà sul piano storico, dei valori, della cultura e dell'economia mediante il rafforzamento delle proprie relazioni con l’UE. Permetterebbe inoltre di avvicinare la Svizzera all’Europa anche in ambiti che i negoziati in corso non stanno ancora prendendo in considerazione, come il Patto verde per l’Europa che consentirà dei passi avanti in materia di protezione del clima, o come l’ambito dell’istruzione. L’iniziativa ha anche lo scopo di sostenere politicamente il lavoro della Confederazione durante i negoziati.
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