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Adam Barbato-ShoufaniNeutralità: i presunti esperti federali che spingono verso la NATO

31.08.24 - 17:43
Adam Barbato-Shoufani - Membro di Coordinamento della Gioventù Comunista
Adam Barbato-Shoufani
Fonte Adam Barbato-Shoufani
Neutralità: i presunti esperti federali che spingono verso la NATO
Adam Barbato-Shoufani - Membro di Coordinamento della Gioventù Comunista

Appena una settimana fa veniva pubblicato un mio articolo di opinione, dal titolo “Svizzera sempre più vicina alla NATO?”, in merito all’approvazione del progetto “Military Mobility” da parte del Consiglio Federale.

Nell’articolo evidenziavo come tale decisione, apparentemente innocua, risulti preoccupante se inserita in un contesto di collaborazioni fra il nostro paese, l’UE e la NATO sempre più intense e frequenti e, soprattutto, se si tiene conto della natura neutrale della Svizzera, come sancita dalla sua Costituzione. 

Non vi è neppure stato il tempo per definire le mie accuse come allarmiste dal momento che pochi giorni fa, 29 agosto 2024, una relazione elaborata da una commissione di studio istituita dal Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) ha confermato in larga parte quanto temevo. 

La relazione afferma molte cose (sono 68 pagine); motivo per cui ho deciso di esporre da subito la “narrazione” su cui si regge, per poi decostruirla e, di conseguenza, dimostrare le contraddizioni all’interno di essa nelle “misure di sicurezza” che propone. Il testo si apre con una visione panoramica delle attuali dinamiche internazionali, si parla specialmente del conflitto in Ucraina, il quale “ha cambiato radicalmente la situazione della sicurezza in Europa” e, secondo gli esperti, sarebbe fra le prime minacce per la sicurezza della Svizzera.

In questa prospettiva, la Russia è presentata come una “potenza imperialista nucleare” che “mira a ripristinare una sfera di influenza in Europa” e “Uno scontro tra Russia e NATO non può essere escluso”. Si evidenzia anche come, con l’invasione dell'Ucraina, la Russia abbia addirittura attaccato l’Europa e l’Occidente. Ma andiamo avanti; si passa alla penisola balcanica (di cui avevo già parlato nello scorso articolo) nella quale “le tensioni tra Serbia e Kosovo aumentano significativamente”, per poi andare al conflitto in Medio Oriente, all’Oceano Pacifico, al Golfo Persico, e via per tutti gli angoli del pianeta in cui starebbe crescendo l’influenza di Russia e Cina, a discapito del "povero" Occidente escluso. Si dice anche che “Gli Stati Uniti e l’Europa rischiano di perdere i loro partner nella cooperazione allo sviluppo e nella promozione della democrazia, oltre al combattimento del terrorismo”.

È dunque questa la narrazione dominante sulla quale sono costruite le proposte che commenterò di seguito. Il succo del discorso è che l’Occidente perde terreno, l’Occidente è debole, l’Occidente è escluso, e che i non meglio definiti “valori occidentali” sono in pericolo di fronte alla crescita delle “autarchie orientali”. La Russia starebbe cercando di “ripristinare una sfera di influenza in Europa”; peccato che i relatori non dicono che questa zona sarebbe la stessa sulla quale la NATO si è espansa dagli anni ’90 ad oggi causando quelle tensioni che preannunciavano il conflitto più prevedibile del mondo: quello in Ucraina. Che il conflitto in Ucraina è stato causato dall’espansione della NATO è stato confermato dallo stesso segretario generale dell'alleanza atlantica in un discorso al Parlamento europeo, il 7 settembre 2023.

Nella relazione si lascia intendere che il presunto allargamento dell’influenza russo-cinese troverebbe giustificazioni come semplici follie imperialiste dettate dalla malvagità personale dei rispettivi leader; eppure, quali esperti di relazioni internazionali i relatori incaricati dal Governo svizzero dovrebbero sapere che le dinamiche geopolitiche non si basano su volontà soggettive, ma su forze oggettive.

L’aumento dell’influenza della Cina o della Russia non viene minimamente collegata alle “operazioni di pace”, alle “guerre al terrorismo” e le altre, possiamo dirlo, politiche menzognere con le quali l’Occidente ha destabilizzato l’America latina fra colpi di stato fascisti (Guatemala, El Salvador, Cile,…), il Medio Oriente bombardando l’Iraq e la Siria, l’Asia bombardando Vietnam, Laos, Cambogia, Afghanistan, Iran (colpo di stato del 1953), eccetera,  e, non per ultimo, l’Europa con l’impressionante espansione della NATO e con il bombardamento della Serbia nel 1999. Ovviamente, i relatori buttano tutto sull’ideologia.

L’Occidente lotta per la democrazia mentre la Cina e la Russia per diffondere la dittatura in giro per il mondo. Ah sì? Chiediamolo al popolo Cileno se l’Occidente ha diffuso la Democrazia con il golpe fascista di Pinochet nel 1973 finanziato dall’Occidente stesso; chiediamolo all’Iraq, dove dopo la “diffusione di democrazia” con l’aggressione illegale del 2003 i democratici vengono perseguitati per strada e le organizzazioni terroristiche hanno accresciuto il loro potere; chiediamolo al popolo di El Salvador, Guatemala, Burkina Faso e a tutti quei paesi una volta democratici (o sulla strada per la democrazia) devastati dall'Occidente con la colpa di non essersi allineati al 100% con le direttive della Casa Bianca.

Ci risulterà chiaro come la NATO (o “l’Occidente”), tanto cara ai relatori, non sia affatto moralmente superiore alla Russia o alla Cina. Ma, soprattutto, agisce sulla base degli interessi degli USA, e non sulla base di un nobile ideale.Alla NATO come baluardo dell’umanità e dell’ordine internazionale va aggiunta l’Unione Europea, la quale, secondo i relatori, dovrebbe offrire sicurezza alla Svizzera attraverso la cooperazione in sempre più settori.

Vorrei ricordare ai lettori e ai relatori, anche se dubito leggeranno questo articolo, che l’Unione Europea è un’organizzazione politicamente fallita almeno dal 24 febbraio 2022. L’Unione Europea ha lo scopo di garantire la pace in Europa e garantire la sicurezza dei popoli europei, motivo per cui dovrebbe opporsi a qualunque azione che metta a repentaglio la vita degli europei proprio come la politica dell’allargamento della NATO verso la Russia. Invece, l’UE ha sostenuto questa politica aggressiva che si preannunciava fatale al mantenimento della pace ben prima del 2014.

Inoltre, rispetto all’attuale conflitto in Ucraina, l’UE non sta facendo altro che mandare armi ed esecrare la diplomazia in ogni sua forma causando un’escalation con conseguenze politiche ed umanitarie disastrose. La pace non si fa con le armi ma con la diplomazia. Quindi, cari relatori, in che modo l’Unione Europea favorirebbe la sicurezza e la pace in Europa? In che modo la NATO o “L’Occidente” lavorano per la pace e la democrazia? La documentazione storica, evidentemente, non risponde a queste domande. La politica internazionale non è questione di “buoni e cattivi”, ma di complesse interazioni di forze oggettive, economiche e politiche, che lottano per i loro interessi, e non sempre chi esalta il diritto internazionale lo rispetta realmente.

Ora che abbiamo individuato le contraddizioni interne alla narrazione dei relatori, non ci sorprenderanno le “soluzioni” che questi propongono. Fra le tante, una “revisione”  (termine onnipresente) delle leggi sull’esportazione di materiale bellico; nonché un aumento della produzione di armi arrivando ad aumentare il budget dell’esercito all’1% del PIL entro il 2030. Ma specialmente la commissione raccomanda che “la cooperazione con la NATO e l’UE vada oltre la cooperazione esistente” anche con “l’addestramento congiunto e le esercitazioni bilaterali”. Non manca poi la critica all’attuale sistema delle reclute, al servizio civile e chi più ne ha più ne metta.

Tuttavia, la più preoccupante (sebbene prevedibile) “revisione” proposta è quella da fare verso la neutralità, la quale deve essere “più flessibile” e “tenere maggiormente conto della distinzione fra aggressore e vittima”. Sarebbe interessante domandare se ciò vale anche quando l’aggressore è l’Occidente, ma temo di conoscere già la risposta. La strada verso la perdita della neutralità è già stata imboccata da tempo, il tutto in favore di chi vuole continuare a fare gli interessi della Casa Bianca anziché quelli della collettività del nostro Paese, delineando una chiara fobia verso il multipolarismo. Siamo arrivati ad un punto in cui gli esperti che dovrebbero guidare il Paese alla lungimiranza non solo criticano esplicitamente la nostra storica neutralità, ma negano la realtà del declino irreversibile dell’atlantismo e l’emergere, per quanto contraddittorio, di un ordine internazionale multipolare.

C’è molto da fare per sviare dalla strada in cui siamo verso quella di una Svizzera attiva nella diplomazia e sovrana dai  giochi di potere neocoloniali di UE e NATO. Ed in questo senso si devono muovere i giovani poiché siamo noi quelli che saranno al fronte se non ci diamo una mossa. Già, perché i nostri cari esperti prevedono un “disordine mondiale” a breve distanza e stanno evidentemente cercando di coinvolgerci. Non è un caso se l’esercito svizzero sta valutando di mandare i coscritti all’estero sotto gli ordini della NATO (cioè di governi esteri). Il Governo federale non deve accogliere le richieste provocatorie di questa Commissione, le quali sono un pericolo per la sicurezza nazionale ed in contraddizione con la Costituzione federale.

Adam Barbato-Shoufani - Membro di Coordinamento della Gioventù Comunista

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