Come è risaputo, poter lavorare in Svizzera come frontalieri è un'opportunità attraente per quanti risiedono in prossimità del confine elvetico e cercano occasioni di carriera e, soprattutto, salari molto competitivi rispetto al Paese in cui risiedono.
Ma quanto guadagnano in pratica i lavoratori frontalieri che varcano, spesso ogni giorno, la dogana e quali sono le sfide e le opportunità che hanno? Per rispondere a queste domande, in primo luogo, occorre dire che lavorano in un'ampia gamma di settori, tra cui quello finanziario, ingegneristico, della salute, edile e, non certo ultimo, quello dei servizi. Le opportunità di lavoro in Svizzera non mancano e sono varie, ma i salari possono differire, anche in modo cospicuo, a seconda del settore in cui si opera, dell’esperienza che il lavoratore può vantare e della regione in cui si lavora.
I dati sui salari in Svizzera
I dati relativi ai salari dei lavoratori frontalieri italiani in Svizzera degli ultimi anni mostrano uno stipendio mediano svizzero di 6665 franchi svizzeri al mese, che corrisponde, al cambio attuale, a circa 6600 euro. Questi dati, resi noti dall’Ufficio federale di statistica svizzero, sono rilevanti per i numerosi lavoratori italiani che attraversano il confine per lavorare in Svizzera.
Tuttavia, come detto poc'anzi, questi dati mostrano una notevole disparità salariale in base al settore di attività. Per esempio, chi lavora nei settori informatico, bancario e farmaceutico gode di stipendi mensili più elevati, che possono andare dai 9200 ai 10.200 franchi svizzeri al mese.
I lavori meno remunerati, almeno per gli standard elvetici, sono in media quelli attivi nel settore del commercio al dettaglio (5000 franchi), nella ristorazione (4500 franchi), nei servizi di alloggio (4500 franchi) e nei servizi personali (4200 franchi svizzeri).
Attenzione però: va considerato che, nonostante i salari elevati, i frontalieri spesso devono affrontare sfide nell’equilibrio tra lavoro e vita, con lunghe ore lavorative e viaggi quotidiani in molti casi stressanti.
Qualche esempio "pratico"
Un quarantenne infermiere, sposato, senza figli, residente a Como, con un impiego all’Ente ospedaliero cantonale (EOC), assunto dopo il 17 luglio scorso, giorno in cui è entrato in vigore l’accordo sulla nuova fiscalità dei frontalieri, a fronte di uno stipendio lordo annuo di 66.300 franchi, percepisce uno stipendio mensile netto di 3.163 franchi. Il suo collega, pure lui quarantenne, sposato, senza figli, residente nel capoluogo lariano ogni mese porta a casa una busta paga più pesante, essendo lo stipendio mensile netto di 3.641 franchi, quindi la differenza è di 478 franchi mensili, ovvero circa 6000 franchi in un anno. È quanto emerge da uno studio della Cgil frontalieri di Como.
Nel dettaglio, lo studio della Cgil frontalieri lariana ha preso in esame sei figure professionali, tenendo come base un cambio ipotetico tra franco ed euro alla pari. La residenza dei frontalieri, soprattutto i nuovi assunti, è poi importante in quanto sulle tasse incide anche l’Irpef comunale. Oltre agli infermieri, le figure professionali sulle quali il sindacato comasco ha sviluppato le simulazioni sono gli operai edili, i camerieri e un medico capo all’EOC.
Un operaio edile frontaliere assunto prima del 17 luglio 2023 ha uno stipendio lordo annuale di 60.749 franchi e di 3.389 franchi netti al mese rispetto ai 2.924 franchi percepiti da un frontaliere assunto nello stesso settore dopo lo scorso 17 luglio, con un differenziale di 465 franchi mensili. Una differenza che scende a 339 franchi per un cameriere che vanta un salario medio lordo annuale di 47.658 franchi. Il differenziale tra "vecchi" e "nuovi" frontalieri sale poi a 1.065 franchi mensili per un medico capo all’EOC, il cui salario lordo annuo è di 130.230 franchi.
Differenze di non poco conto per tutte le categorie quindi, ma non per questo sembrano essere un freno per non continuare a cercare un’occupazione in Svizzera.
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