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Valute e FrontiereVecchi e nuovi frontalieri e nuova lista comuni di confine

03.06.24 - 15:10
CambiaValute.ch
Vecchi e nuovi frontalieri e nuova lista comuni di confine

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Come ormai noto, l'accordo tra Svizzera e Italia relativo alla tassazione dei frontalieri entrato in vigore lo scorso 17 luglio, prevede due tipologie di lavoratori: il cosiddetto “vecchio frontaliere”, ovvero chi già lavorava nella Confederazione Elvetica nel periodo compreso tra il 31 dicembre 2018 e il 17 luglio 2023, e il “nuovo frontaliere”, ossia colui che ha a iniziato l’attività lavorativa dal 18 luglio 2023 in poi.

La differenza sostanziale tra le due tipologie di lavoratori frontalieri in termini di imposizione fiscale è che i "vecchi" continueranno a pagare solo in Svizzera l’imposta alla fonte del 100% mentre i "nuovi" dovranno pagare nella Confederazione un’imposta alla fonte limitata all’80% e dovranno poi pagare l’IRPEF in Italia secondo le aliquote ordinarie con detrazione per quanto già pagato in Svizzera. 

Una regola transitoria presente del nuovo accordo stabilisce poi che i Cantoni Vallese, Ticino e Grigioni continueranno a versare, come hanno fatto fino ad ora, ai comuni di confine i “ristorni” (una compensazione finanziaria pari al 40 % dell’imposta alla fonte prelevata in Svizzera). 

Le liste, vecchie e nuove, dei comuni di confine

Sin qui, tutto è relativamente chiaro. Salvo che il precedente accordo italo-svizzero, risalente al 1974, non prevedeva un elenco riconosciuto in maniera ufficiale di quali fossero questi comuni di confine. Tanto che, Vallese, Ticino e Grigioni, unilateralmente, avevano redatto un loro elenco composto dai municipi italiani che si trovano entro i 20 chilometri dalle dogane. 

Nell'ambito del nuovo accordo sull'imposizione dei frontalieri è stata però sottoscritta bilateralmente una nuova lista dei comuni considerati di confine. E da qui sono iniziati a sorgere dei dubbi

Per esempio: nel vecchio elenco Saronno non era considerato comune di confine, mentre nel nuovo è presente nella nuova lista. L'interpretazione del Canton Ticino, secondo quanto riferito dal sindacato OCST, è che un lavoratore frontaliere che è sempre stato residente a Saronno è considerato "nuovo frontaliere", in quanto questo comune non era presente nel precedente elenco dei comuni di confine ma lo è in quello nuovo. 

Per fare un altro esempio, un lavoratore frontaliere che è sempre stato residente a Como, quindi inquadrabile come "vecchio frontaliere" che trasferisce la residenza a Saronno resta "vecchio frontaliere", proprio perché Saronno, con l’entrata in vigore del nuovo accordo e la definizione del nuovo elenco dei comuni di confine è, appunto, un comune di confine. 

A tal proposito a questo link è consultabile un'utile guida redatta dai sindacati svizzeri e italiani.

"Il legislatore italiano non ha invece, per il momento, una posizione definitiva - fanno notare dall'OCST - sono state presentate in Parlamento diverse interrogazioni alle quali sono seguite risposte confuse”. Di certo, per l'Italia (si veda la risoluzione dell'Agenzia delle Entrate del 28 marzo 2017) sono considerati tutti frontalieri coloro che risiedono entro i venti chilometri dal confine di Stato, indipendentemente dal fatto che lavorino in un Cantone confinante o meno. Basta che questi lavoratori rientrino a casa giornalmente".

Nel frattempo, in attesa di chiarimenti tra i due Stati il tempo scorre inesorabile: i “nuovi frontalieri” nel 2025 dovranno versare le tasse anche in Italia e saranno soggetti allo scambio di dati.

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