Helvethica Ticino
C’era da aspettarselo: dopo le formazioni destinate ai docenti di ogni ordine e grado dello scorso mese di maggio su “Come promuovere l’uguaglianza di genere”, promosse da Salute Sessuale Svizzera, arrivano ora sui banchi di scuola le nuove agende scolastiche che insinuano subdolamente nei ragazzi l’idea che possono sentirsi maschi o femmine, che ciò dipende dalla loro percezione.
Fermo restando che siamo contrari a qualsiasi forma di discriminazione, HelvEthica Ticino si distanzia fermamente dalla diffusione dell’ideologia gender nelle scuole in quanto ritiene che essa crei una grande confusione nei ragazzi, che nel passaggio molto delicato verso l’adolescenza e l’età adulta vivono già di per sé grandi cambiamenti fisici e psichici.
Anzitutto è necessario precisare che l’identità di genere non va confusa con l’omosessualità. Secondo l’ideologia di genere, l’identità di genere sarebbe una sorta di “anima sessuata”: tutti gli esseri umani, non solo chi soffre di disforia di genere, avrebbero questa “anima sessuata” o “identità di genere” che può o non può essere congruente con quello che viene chiamato “sesso assegnato alla nascita”. Quindi il sesso biologico non viene più considerato un’identità materiale, ma una realtà astratta (nessuno in realtà ci “assegna” il sesso o il colore degli occhi alla nascita!). Secondo tale ideologia, i termini uomo e donna non indicano più il maschio e la femmina della specie umana, biologicamente definiti. Ora, mentre nessuno mette in discussione il dato biologico nei mammiferi, chissà perché lo si fa per gli esseri umani.
In molti Paesi, questa credenza nel concetto di “identità di genere”, di “anima sessuata” viene insegnata nelle scuole attraverso diverse modalità. Con il pretesto dell’inclusione, della lotta al bullismo e alla discriminazione, nonché della tutela delle minoranze, ai ragazzi viene insegnata l’ideologia secondo cui maschio o femmina sono sensazioni interiori o percezioni, proprio come si legge nell’agenda che sarà presto distribuita agli scolari ticinesi. Unitamente a molti genitori preoccupati, esortiamo le autorità scolastiche a rinunciare alla distribuzione delle suddette agende. Inoltre auspichiamo un franco dibattito pubblico su una questione che potrebbe avere conseguenze molto spiacevoli per i ragazzi.