La statunitense Anita Alvarez aveva perso i sensi in acqua ed era stata salvata dalla sua allenatrice Andrea Fuentes.
La parola a Tony Ulrich, allenatore di questa disciplina a Ginevra per oltre trent'anni: «Non avevo mai sentito parlare di un caso simile prima d'ora».
BUDAPEST - Le immagini impressionanti riguardanti Anita Alvarez hanno ormai fatto il giro del mondo. La statunitense che sviene in piscina e va a fondo durante la prova di nuoto sincronizzato singolo di mercoledì - ai Mondiali in corso di svolgimento a Budapest - e la sua allenatrice Andrea Fuentes che si tuffa in acqua prima dei soccorsi per portarla in salvo, davanti all'apprensione di tutti i tifosi presenti.
La ragazza aveva perso conoscenza, ma ora fortunatamente sta bene. Sono però molti i quesiti che si stanno ponendo nell'ambiente. Non si trattava infatti della prima volta che la Alvarez si rendeva protagonista di un episodio del genere, poiché in occasione delle qualificazioni agli ultimi Giochi Olimpici le era successa la stessa cosa. È un problema personale della 25enne oppure è una particolarità specifica legata a questo sport? «Non avevo mai sentito parlare di un caso simile prima d'ora», sono state le parole di Tony Ulrich - allenatore di questa disciplina a Ginevra per oltre trent'anni - a "20minutes". «Si tratta di un'eccezione, un caso isolato ed è ora compito dei medici capire se l'atleta in questione abbia un problema. Questa situazione ci ricorda che bisogna sempre fare attenzione quando si fa un'apnea. Le immagini sono impressionanti, ma il nuoto sincronizzato non è uno sport pericoloso».