Sfottò, parolacce, pianti e sorrisi: Federer ha chiuso con il botto
Macché lacrime, Federer se la gode.
LONDRA - Tra Team World ed Europe, in Laver Cup l'ha spuntata 13-8 il primo. Di come è terminato il torneo londinese non interessa in ogni caso ad alcuno.
La kermesse è infatti servita per celebrare Roger Federer che, dolorosamente ma serenamente, ha scelto di uscire dalle scene. Lo ha fatto con la classe che ha contraddistinto tutta la sua carriera e, soprattutto, lo ha fatto con il sorriso sulle labbra. Certo, i pianti del venerdì, dopo aver giocato la sua ultima partita da tennista professionista in coppia con Rafa Nadal, hanno fatto il giro del mondo. Levati quelli, ai quali hanno partecipato un po’ tutti gli appassionati, per tutto il weekend il basilese si è però mostrato di buonissimo umore. E, pur determinato a vedere i suoi trionfare, ha ripetutamente trovato il modo di scherzare. Le parolacce in italiano, le battute in panchina, la richiesta di un compenso a Matteo Berrettini per i suoi consigli… il re ha galleggiato sopra la tensione diffusa.
Quella dello stesso Berrettini, per esempio, entusiasta di poter partecipare alla festa. «Sono veramente emozionato, ho la pelle d’oca, ragazzi, non è semplice - ha raccontato il campione italiano - La prima notte, per esempio, non sono riuscito a dormire. Il motivo? Per un po’ ho avuto Roger che piangeva sulla mia spalla. E mi dicevo: “È tutto vero? È Federer?”. Poi, come tutti, ho versato anche io qualche lacrima. Questo perché Roger rappresenta la ragione per la quale io gioco a tennis. Lui questo non lo sa ma una volta ho provato a intrufolarmi sul centrale a Roma mentre era impegnato, dato che non avevo il biglietto ma lui era il mio idolo. È stato una fonte d'ispirazione, ha fatto tanto per me e in generale per lo sport e sono davvero felice di essere stato in campo per la Laver Cup. E di averlo avuto anche come coach, anche se dopo i suoi consigli sentivo di non poter commettere il minimo errore».
Aver affiancato Roger nella sua ultima recita non è stato in ogni caso un privilegio solo per il debuttante azzurro. Pure un campionissimo navigato ha sorriso per l’opportunità e si è goduto appieno le emozioni della tre giorni londinese. «È un momento triste per noi perché siamo costretti a salutarti, anzi, sei tu costretto a salutare noi - ha infatti specificato Nole Djokovic - ma quello che hai fatto e il segno che hai lasciato rimarranno per sempre e saranno molto apprezzati per molte delle generazioni che verranno. Sono onorato e molto orgoglioso di aver fatto parte della tua squadra in questa Laver Cup».
E ora, spentisi per l’ultima volta i riflettori, Roger cosa farà? Non tornerà sulle sue decisioni, questo è sicuro: il bagno di folla britannico non lo ha fatto titubare. Lo ha, piuttosto, convinto della bontà della scelta presa. Intervistato insieme all’amico Rafa Nadal, all’invito di continuare magari solo in doppio, il renano ha infatti declinato, mettendo definitivamente il punto a un capitolo, importantissimo, della sua vita. «Immaginate di vederci diventare una coppia di doppio: penso che saremmo grandi ma che alla fine non vinceremmo nulla - ha scherzato Federer, che dovrà modificare i suoi social cancellando la dicitura "Professional tennis player" - Quindi non vogliamo prenderci questo rischio. No, è stata la conclusione perfetta per me. Dovevo fermarmi, lo sentivo. Ora sono felice».