La bergamasca è tornata a parlare, 45 giorni dopo il grave infortunio subito in allenamento, che ha chiuso anzitempo la sua stagione
«Di norma per un infortunio del genere ci vogliono sei mesi, ma visti i miei progressi ci potrebbe voler anche meno»
BERGAMO - La stagione dello sci alpino è giunta ai titoli di coda e il fine settimana di Saalbach emetterà gli ultimissimi verdetti. Quella di Sofia Goggia è sfortunatamente andata agli archivi già il 5 febbraio, quando in allenamento la bergamasca ha subito un gravissimo infortunio a tibia e malleolo destro.
«So bene che nel mondo ci sono drammi ben peggiori, ma per un atleta che si rompe una gamba non c’è nulla di più difficile che dover affrontare un infortunio - ha dichiarato l'italiana in un incontro online con i media - Per me non è il primo, ma è stata la mia settima operazione. Come ho reagito? Ho pensato che nel mondo ci sono drammi peggiori del mio. Ho pensato: "Non sono sotto le bombe di Gaza". Ho cercato di buttare lo sguardo oltre. Mi alzavo la mattina e speravo arrivasse la sera presto, dal dolore che provavo, fortunatamente ho un percorso universitario che mi sta impegnando molto».
Dopo un comprensibile periodo di scoramento, la 31enne ha cominciato a lavorare duramente per tornare alle competizioni l'anno prossimo. «Quando ho visto le parole nel comunicato dopo l’infortunio “tornerò anche questa volta”, ho pensato che erano parole di circostanza che non sentivo mie questa volta. Poi ho iniziato a lavorare, il piede migliorava, a casa, poi palestra, piscina, ho trovato la mia indipendenza. I miei programmi adesso guardano molto il quotidiano ma voglio guarire e tornare sugli sci per la prossima stagione. Di norma per un infortunio del genere ci vogliono sei mesi, ma visti i miei progressi ci potrebbe voler anche meno».