La bergamasca sta cercando di recuperare dal grave infortunio subito in febbraio. Ma i dolori sono ancora tanti
BERGAMO - Sofia Goggia sta lavorando alacremente per tornare competitiva, ai livelli ai quali ci ha abituato negli ultimi anni. Sono passati oltre cinque mesi da quel maledetto 5 febbraio, giorno nel quale a Ponte di Legno la 31enne si fratturò la tibia e il malleolo tibiale destri in allenamento. Tornata sugli sci lo scorso 18 giugno, la bergamasca spera di poter rientrare in CdM, ma spesso il dolore (atroce) si scontra con la sua enorme voglia di lasciarsi tutto alle spalle. Ed è così che l'italiana è pronta ad affrontare qualsiasi scenario, anche il peggiore...
«Per i medici avrei dovuto riprendere lo sci dopo sei mesi - ha dichiarato la Goggia al Corriere della Sera - Secondo il dottor Panzeri il dolore non passerà e dovrò gestirlo. Lavoro in palestra e faccio atletica, ma non posso ancora correre a causa delle parestesie che danno una percezione alterata della sensibilità. Il c.t. Gianluca Rulfi mi ha poi palesato lo scenario peggiore. Ovvero? Saltare la stagione, levare le placche a novembre e lavorare nell’ottica dei Giochi 2026: è un’ipotesi da considerare. Però se troverò la quadra con scarpetta e scarpone tutto andrà in crescendo. Ed è ciò che mi auguro».
La sciatrice lombarda ha ammesso di avere avuto tantissima paura quando ha rimesso gli sci ai piedi: «Alle prime curve ho pianto sotto la maschera. È il peggior infortunio per come stavano andando le cose e per il momento della mia carriera. E la ripresa è la più dura. Ho avuto un periodo di blackout nel quale sì, ho pensato che non sarei più stata sciatrice d’alto livello. Ho patito terribilmente questo incidente».