Angelo Renzetti, presidente del Lugano: «Non si tratta tanto di far felice qualcuno, ma di essere coerenti»
LUGANO - In attesa dell’Assemblea della SFL che deciderà le sorti di questa stagione - o si riprende, o ci sarà il definitivo rompete le righe -, dal Consiglio federale sono arrivate importanti novità e un nuovo significativo allentamento sulle misure anti pandemia. Tra queste, a livello sportivo, spicca anche il via libera alle manifestazioni con al massimo 300 persone a partire dal 6 giugno.
«La sostanza non muta, quel che cambia è l’umore della gente: c’è una visione più ottimistica e questo aiuta - interviene Angelo Renzetti, presidente del Lugano - Con l’impegno si sta uscendo da questa brutta situazione: le misure sono servite e si sta vincendo la battaglia contro il virus. Dal punto di vista pratico queste novità però non cambiano niente… anzi. Alimentano solo discussioni. “Per andare in trecento o mille allora si può andare anche in duemila… mille a Cornaredo sono una cosa, allo Stade de Suisse un'altra...”. Insomma chiacchiere da bar. Le decisioni che faranno la differenza sono quelle che si prenderanno venerdì».
E qui la mente va all’Assemblea della SFL. Si ripartirà? Niente retrocessioni e prossimo campionato a 12 squadre?
«Dal termometro della situazione non mi sembra che si stia mettendo molto bene... Noi saremmo favorevoli a bloccare le retrocessioni e giocare la prossima stagione a 12 squadre. Da quello che si sente la volontà è però quella di rimanere a 10. È un peccato, perché si finirà con delle retrocessioni, ma sulla base di un altro campionato...».
Ovvero dopo una ripartenza tra mille incognite, con contratti in scadenza il 30 giugno e un calendario fittissimo.
«È proprio così. Non si sa ancora cosa fare con i prestiti, con le scadenze, con le sostituzioni, eccetera. Sarà tutto un altro torneo. C’era invece l’occasione di evitare questa situazione portando il campionato a 12. Ci si poteva “scansare” da contratti che non si vogliono rinnovare e così si risparmiava anche qualcosa. Già aumenteranno i costi e si giocherà di fatto senza pubblico… in più ci sono squadre che magari a fine giugno perdono 8 giocatori (o saranno obbligate a offrire nuovi contratti, ndr)».
Insomma quello dipinto dal pres bianconero non è uno scenario molto roseo.
«L’ordine del giorno dell’Assemblea ci è arrivato stanotte… già non è normale. Non mi piace come si stanno mettendo le cose».
Poca solidarietà e il rischio di scontentare quasi tutti. Non un grande mix.
«Esatto. Non si tratta tanto di far contento qualcuno, ma di essere coerenti sulle problematiche che ci sono, anziché chiudere gli occhi. Oggettivamente sarà un altro campionato con la questione dei contratti e l’assenza di pubblico. Le problematiche mi sembrano evidenti».