Il Lugano, primo della classe, si prepara al match di Ginevra: «Sono brillanti, una mina vagante. Noi più pragmatici».
Il presidente bianconero elogia il suo gruppo, ma lo tiene sull'attenti: «In generale sono contento di tutti, ma bisogna rimanere con i piedi per terra. La classifica è cortissima. Gli aiuti allo sport? Bisogna capire come andranno realmente le cose».
LUGANO - Trascorsa serenamente la sosta forte del primo posto in classifica - pari merito con i campioni in carica dell’YB -, il Lugano si gode il momento restando però coi piedi ben saldi a terra. Ben organizzata e imbattuta ormai da 15 incontri ufficiali - l’ultimo ko è arrivato nel 28esimo turno dello scorso campionato -, la creatura di Jacobacci sta comunque impressionando per carattere e solidità. Insomma dalle parti di Cornaredo c’è un legittimo entusiasmo, ma la stagione è ancora all’inizio…
«Proprio così, il campionato è giovane e non bisogna montarsi la testa: è presto per dare giudizi globali - interviene Angelo Renzetti, presidente dei bianconeri - Partendo bene si creano anche tante aspettative e questo può essere rischioso. Anche psicologicamente non è un momento facile da gestire. Al campo però i ragazzi vanno col sorriso e c’è autostima, ma allo stesso tempo sappiamo che la classifica è cortissima. Sarebbe pericoloso illudersi».
Il gruppo però sta mostrando maturità.
«Questo sì. Mi piace che in tutte le interviste sia lo staff che i giocatori restino coi piedi per terra. Il leitmotiv è rimanere tranquilli e continuare a lavorare bene. L’aspetto positivo è che si è già messo un po’ di fieno in cascina».
Il prossimo ostacolo è il Servette, da affrontare domenica a Ginevra. I granata sin qui hanno giocato solo 4 partite (4 punti).
«È un avversario sempre molto insidioso. Mi piace perché è una squadra che gioca a calcio e lascia anche giocare. Sono brillanti. Reputo i ginevrini una mina vagante, capaci di vincere con tutti. Noi dovremo fare la nostra partita. Rispetto a loro siamo più pragmatici, ma loro attaccano in tanti. Noi giochiamo più di rimessa».
Capitolo portieri. Ora il Lugano, con Osigwe e Baumann (rientrato da alcune partite e subito convincente), ha l’imbarazzo della scelta.
«Al di là di tutto c’è un titolare e una riserva. Baumann è il titolare. Certo la consapevolezza è di avere un secondo all’altezza. Nelle partite che ha fatto Osigwe è stato molto bravo, ha dimostrato di essere più di una riserva».
Il gruppo di Jacobacci stanno facendo davvero bene. C’è qualcuno a cui dedica un pensiero particolare?
«In generale sono contento di tutti. Se devo fare un nome, anche per incoraggiarlo, faccio quello di Macek. Sin qui ha giocato pochissimo, ma ha delle qualità enormi. Per noi è come un’arma segreta. Sono convinto che, al momento giusto, potrà rivelarsi davvero importante».
Infine due battute sugli aiuti allo Sport (115 milioni a fondo perso). Aiuti preziosissimi e fondamentali, che però prevedono alcune dure condizioni. Renzetti resta cauto e non esulta.
«Il discorso è un po’ complicato. Ci sono molti paletti. Si chiede anche un’importante diminuzione degli stipendi, ma non è così facile discutere con 30 persone… Ci sono molte clausole ed è possibile che qualcosa possa ancora cambiare. Diciamo che non abbiamo accolto la notizia con entusiasmo: vanno fatte valutazioni importante. Prima di “festeggiare” bisogna capire come andranno realmente le cose».