Angelo Renzetti, presidente del Lugano: «Più che dall’iniziativa sono sorpreso dalle tempistiche».
Il patron bianconero: «Leggendo alcune argomentazioni mi sembra chiaro che si tratti di una strumentalizzazione politica».
LUGANO - Non un fulmine a ciel sereno, ma una notizia che ha comunque lasciato l’amaro in bocca e suscitato preoccupazione tra le tanti parti interessate. Stiamo parlando del referendum annunciato dall’MPS contro il progetto relativo alla realizzazione del futuro Polo Sportivo e degli Eventi di Cornaredo, sul quale tra poche settimane il Consiglio comunale di Lugano dovrà pronunciarsi.
«Più che l’iniziativa mi hanno sorpreso proprio le tempistiche: non c’è ancora una decisione ed è già arrivato l’annuncio del referendum», interviene Angelo Renzetti, presidente del Lugano.
Se l’iniziativa resta un diritto sacrosanto dei cittadini, ciò non toglie che i potenziali ritardi e gli sviluppi della vicenda potrebbero avere un impatto pesante - soprattutto a livello finanziario e di licenze - per il Lugano.
«Su questo in realtà resto cauto e non mi fascio la testa - precisa il patron - Prima di parlare di conseguenze iniziamo a vedere se raccolgono le firme e cosa dice il comune. Facciamo un passo alla volta. In generale, per tanti motivi, quello che sento dalle persone è un sentimento positivo verso il Polo. Lo inseguiamo da molti anni ed è un progetto valido, che contempla tanti sport e tantissimi giovani. Molte famiglie. Credo sia anche un motivo d’orgoglio per una regione come il Ticino e una città come Lugano. Anche gli argomenti di chi contesta il progetto sono un po’ risibili».
Basket, scherma, pallavolo, badminton, boxe, eccetera: sarebbero tante le società sportive che potrebbero beneficiare del nuovo centro. Eppure c’è chi dice che non se ne ravvede l’utilità.
«Proprio così. Leggendo alcune argomentazioni mi sembra evidente che si tratti solo di una strumentalizzazione politica. Dei bastoni tra le ruote si potevano certamente prevedere, ma al di là della questione Stadio c’è tanta gente favorevole all’insieme del progetto. Va oltre il calcio. Ad ogni modo non ragiono sulle sensazioni, ma in maniera pragmatica: ho sempre creduto nella necessità di una struttura all’avanguardia come questa».
Davvero Renzetti non pensa alle conseguenze anche finanziarie generate da eventuali ritardi?
«Peggio di così, considerando il Covid, non può andare. Dunque non ci penso. Abbiamo visto quello che sta accadendo da un anno a questa parte. Tutti i club sono confrontati con perdite importanti. Le spese ci sono e i contratti non si possono cambiare. Non so dove andremo a finire, ma la speranza è che si possa uscire il prima possibile da questa situazione pandemica. Questo sì che è vero un problema...».
Chiudiamo con le questioni di campo. Il Lugano, reduce dai pareggi con Basilea e Vaduz, è terzo con 25 punti. La classifica però è davvero corta.
«Sono contento della squadra, ma non si può abbassare la guardia. Anche chi sta sotto fa risultati. Tranne l’YB, saldamente in vetta, per il resto sono tutte lì. Ognuno può battere chiunque. Per noi è importante non infilare un filotto negativo. Porterebbe pensieri e frustrazione. Per il momento però ci stiamo gestendo davvero bene. In Super League c’è un equilibrio che non si era mai visto. Un fattore positivo? Questo lo vedremo a fine stagione quando guarderemo la classifica… (ride, ndr)».